Pescara. Ennesima fumata nera per lo sblocco dei fondi necessari alla cassa integrazione della marineria pescarese. Salta l’incontro con i ministeri: 30 milioni e non usarli. Febbo: “E’ una vergogna”, e va da Gatto per il fermo biologico.
Al lavoro ci sono tornati, ma ciò che guadagnano si spacca a metà tra la pagnotta da portare a casa e il saldo dei debiti accumulati in un anno di inattività forzata. Ciò che più serve ora a 160 imbarcati della marineria di Pescara è la liquidazione della cassa integrazione in deroga. Se prima i soldi non c’erano, il Decreto Sviluppo ha stanziato ben 30 milioni di euro, ma se i sindacati hanno superato l’empasse dei requisiti necessari ai marittimi per usufruirne, dai ministeri si continua a tergiversare.
Saltato l’ennesimo incontro, previsto per oggi a Roma, con i ministri all’Economia, Agricoltura e Lavoro, per decidere l’erogazione degli ammortizzatori sociali. “E’ una vergogna”, sottolinea l’assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo, che ha inviato una lettera ai ministri latitanti e ai parlamentari abruzzesi per ricordare ancora una volta lo stato di esasperazione in cui sono costretti centinaia di armatori e pescatori. “Lo stato di disagio”, scrive Febbo, “di oltre 160 marittimi che hanno peraltro fruito solo in parte del trattamento dovuto per il 2012, è ormai pervenuto a livelli insostenibili”. Solo in 100, infatti, sono riusciti a ricevere l’erogazione relativa all’ultimo trimestre prima che finissero i fondi nelle casse dell’Inps . “Con la legge di Stabilità”, prosegue l’assessore 2013 sono stati stanziati 30 milioni di euro a copertura degli ammortizzatori sociali per l’anno in corso. Pertanto, ancor prima di trattare sugli ulteriori fondi da destinare al pagamento degli indennizzi a saldo del 2012, si chiede l’immediata disponibilità’ dei 30 mln di euro da destinare agli operatori della Pesca. Non procedere allo sblocco di quegli indennizzi”, insiste Mauro Febbo, “significherebbe ridurre al lumicino le speranze di sopravvivenza per la categoria dei pescatori che oggi deve fare i conti con numerose problematiche come il calo di consumi di pesce da parte delle famiglie italiane, l’aumento vertiginoso dei prezzi del carburante e delle spese di gestione, l’importazione di prodotti dai Paesi non comunitari”.
Indignato per la mancata salvaguardia di “una preziosa e fondamentale risorsa economica come il settore ittico da parte di chi governa il Paese”, Febbo ha annunciato che domani incontrerà il direttore del ministero della Pesca, Emilio Gatto, al quale “ribadirò la posizione della Regione Abruzzo per la deroga al fermo biologico. Non deve essere vanificato il lavoro svolto fino ad oggi con il Ministero, che sempre ha accolto e ascoltato le nostre istanze”, conclude l’amministratore regionale, “e non bisogna sottovalutare anche alcuni aspetti tecnici come i lavori di dragaggio all’interno al Porto canale di Pescara che, qualora venisse accordato il fermo estivo, diventerebbe di nuovo impraticabile poichè la canaletta di emergenza appena creata rischierebbe di chiudersi impedendo alle imbarcazione di lavorare”
Walter Squeo (Federpesca Abruzzo) scrive al primo ministro Letta. E’ grave come il nuovo governo sta trattando il settore pesca che deve rispettare tutti i regolamenti comunitari e a volte imposizioni assurde che vengono impartite dalla direttiva europea,che hanno stravolto usanze e forme tipiche tradizionali di pesca in nome di una tutela effimera dell’ambiente marino. Il ministero del lavoro tratta i lavoratori del mare come lavoratori inesisistenti,ma dove siamo andati a finire? E’ scandaloso come in Italia vengono trattati i lavoratori del mare”.