Illva conferma: Aurum via da Pescara. Partono gli scioperi, i sindacati:’Lasciate il marchio all’Abruzzo’-FOTO

468277_10201155129826205_1039430122_oPescara. Crisi? No, si chiama ristrutturazione aziendale. E’ quella che la Illva di Saronno vuole attuare sullo stabilimento Aurum di Città Sant’Angelo. Tradotto: 25 dipendenti a casa da un giorno all’altro. Partono gli scioperi, mentre Provincia e sindacati lottano per far rimanere in Abruzzo il marchio del liquore dannunziano. Acquirenti cercasi.

Confermata la strategia aziendale della ristrutturazione: lo stabilimento Aurum di Città Sant’Angelo chiuderà in estate. È quanto emerso dall’incontro tenutosi questa mattina in prefettura, davanti al vice prefetto Bianco, tra una delegazione dei lavoratori della Real Aromi e i vertici della multinazionale che detiene il marchio del liquore nato con il contributo intellettuale di Gabriele D’Annunzio, la Illva di Saronno. Davanti all’assessore provinciale al Lavoro Martorella, all’assessore angolano Bonaventura, ai lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali di Flai-Cgil, la direttrice del personale Alida Travaini ha chiaramente ammesso che le linee produttive che attualmente lavorano a Pescara Nord verranno spostate nella sede centrale della patria lombarda dell’amaretto. Le conseguenze della globalizzazione: quel liquore che nacque nella pineta del Vate, passato nelle mani di coloro che producono la glaciale vodka Artic, ora finirà per essere prodotto al nord.

Il mercato lo ammette, certo, ma con la crisi i conti chi ce li fa? Non di certo la Illva, che da gennaio 2013 ha aumentato del 20 per cento il fatturato della Real Aromi rispetto allo stesso periodo del 2012. Ce la faranno, loro malgrado, i 25 dipendenti che non conoscono il loro futuro. Possono soltanto aspettarsi il peggio, e le ventilate anticipazioni sul reintegro di alcune unità nello stabilimento di Saronno non confortano di certo. Tantomeno quelle che vengono ritenute falsità dai responsabili di produzione: nuovi investimenti in vista a Saronno per incorporare i lavoratori abruzzesi? Chi disegna gli impianti per la sede lombarda non sa niente di ampliamenti e spese in previsto. La fumata nera di oggi scuote ancor di più i 25 dell’Aurum: 9 operai, 7 addetti al laboratorio chimico, 1 responsabile della qualità e vari tra amministrativi, magazzinieri  e manutentori. Di chiusura se ne parla dall’anno scorso, ma il 27 aprile è scattato lo stato di agitazione, provocato da una visita dei vertici aziendali che hanno convocato tutti uno per uno per un incontro conoscitivo.

Mercoledì scorso il primo sciopero di 8 ore, oggi il secondo in concomitanza del presidio allestito all’esterno della Prefettura per dar man forte al tavolo sindacale. Lunedì alle 8:30 ci sarà un’assemblea dei lavoratori all’interno dello stabilimento, che dai ieri è circondato da striscioni anti-cacciata. Dalle 10:30 scatterà lo sciopero ad oltranza, per accogliere un’altra visita della Illva prevista martedì mattina presso l’assessorato provinciale al Lavoro. Ma si prospetta una nuova stagione di lotta a difesa del diritto al lavoro, combattuta da generazioni trasversalmente ghigliottinate dal mercato globale. Dal 28enne che ha firmato il contratto d’impiego solo un mese fa, ai tanti futuri esodati che non vedono prospettive di reimpiego per poter maturare gli ultimi anni per la pensione. In fabbrica gira già il calendario della dismissione degli impianti: inizio dal 21 giugno, chiusura 31 luglio. Ma gli operai già minacciano: “Non faremo entrare i camion per portare via il materiale”.

LA SALVEZZA: LASCIARE IL MARCHIO IN ABRUZZO

Se si chiama Real Aromi e non più Aurum c’è pure un motivo. È dall’inizio degli ’80 che la storica distilleria nella pineta dannunziana, aperta nel 1925, ha chiuso i battenti. Il trasferimento a Città Sant’Angelo, quindi l’aquisizione del digestivo di D’Annunzio da parte dell’azienda che ora lo conserva come produzione di nicchia. Tanti altri i prodotti sfornati tra atomizzati, concentrati, lipolici e aromi. Accanto al liquore all’arancia si fanno aromizzanti per uso alimentare, la base per gli oli aromatizzati che poi gli oleifici tagliano e rivendono come specialità. Perfino l’essenza dell’amaretto di Saronno, vanto dell’eccellenza lombarda, si produce ad una spanna dal casello autostrada di Pescara Nord. L’unica eccellenza autentica è quella abruzzese del liquorificio, che rischia di sparire per sempre con il trasferimento fuori regione. Per questo il vice prefetto e la Cgil hanno chiesto alla Illva di rinunciare al marchio Aurum e metterlo sul mercato, dove potrebbero essere pronti ad affacciarsi imprenditori locali, magari in società con una cordata Comune-Provincia-Regione. Per lasciare a Pescara, oltre a quell’importante patrimonio professionale costituito dai 25 dipendenti, un’azienda storica per il territorio e un elemento per rilanciare la ripresa produttiva di un’area in forte crisi.

ILLVA LASCIA AURUM MA SI PRENDE D’ANNUNZIO

Un controsenso in piena regola. Abbandonare la terra che produce l’Aurum e volersi legare al suo uomo-simbolo per eccellenza: Gabriele d’Annunzio. E’ questa la controversa, seppure geniale, mossa di marketing della Illva. Approfittando del 150° anniversario della nascita del Vate, la multinazionale del liquore ha indetto due concorsi fotografici intitolati ‘Bottiglia liquore Aurum- Cartolina per i 150 anni’ e ‘Il Piacere’: con entrambi si vuole creare un calendario celebrativo della Illva. Un vero e proprio Premio Aurum, ideato e diretto da Arianna Di Tommaso, nell’ambito del d’Annunzio Festival. Una iniziativa nata dalla collaborazione della ditta con sede a Saronno e il Comune di Pescara.

Da Pescara si prende… e si scappa con il malloppo, culturale.

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Daniele Galli


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