Pescara. Non solo Ombrina, non solo Medoil, non solo costa teatina. La minaccia delle trivelle si estende anche a latitudini più a nord nel mare abruzzese. I petrolieri irlandesi della Petroceltic incassano la concessione dal governo per trivellare tra Ortona e Pescara. La ricercatrice D’Orsogna intercetta le lettere agli investitori: “Stavolta Chiodi può intervenire subito”.
E’ la ricercatrice ‘abru-americana’ Maria Rita D’Orsogna, impegnata in tutto il mondo nella battaglia eco-ambientalista, ad aver intercettato le prove della concretizzazione dell’invasione petrolifera nelle acque della ‘regione verde d’Europa’. Ombrina Mare è stato il simbolo della lotta no-oil abruzzese, con la mega manifestazione del 13 aprile, a quanto pare completamente ignorata dal ministero all’Ambiente che ha dato seguito alle autorizzazioni in seno alla commissione per la valutazione di impatto ambientale. Ma l’impianto della Medoil Gas non è l’unico pronto a partire con la ricerca di idrocarburi di fronte alle nostre spiagge. Dopo gli inglesi, arrivano gli irlandesi: “Secondo i comunicati stampa trasmessi agli investitori della ditta irlandese Petroceltic il 4 Aprile 2013”, riferisce la dottoressa D’Orsogna, “il governo centrale ha approvato la concessione BR 272 EL per l’esplorazione petrolifera fra Ortona e Pescara. La Petroceltic”, prosegue la scienziata, “descrive questa approvazione come un ‘importante passo in avanti’ di cui sono particolarmente soddisfatti”.
Il permesso in questione compre una vasta area di circa 475 chilometri quadrati del mare che bagna i territori di Pescara, Francavilla e Otona: “Al suo interno c’è un nuovo giacimento chiamato Turchese che viene descritto ad alta potenzialità e”, spiega ancora D’Orsogna, “il programma della Petroceltic è di iniziare nei prossimi mesi con l’esplorazione sismica con navi airgun”.
“Siamo interessati a lavorare con i Ministeri addetti per iniziare le operazioni sismiche in questa zona di alta potenzialità “: questo il contenuto di una lettera, reperita dalla ricercatrice, scritta ai propri finanziatori dal capo della Petroceltic, Brian O’Cathain, che con vanto aggiunge”Il permesso BR 272 EL da del valore aggiunto al nostro portafoglio in Adriatico, visto che è direttamente adiacente ed ha le stesse caratteristiche del giacimento Elsa”. Missive che, per chi potrebbe trovarsi all’ombra delle piattaforme, puzzano di beffa: “La Petroceltic”, si legge ancora tra le parole di O’Cathain, “è pienamente impegnata ad operare in un modo rispettoso dell’ambiente in tutte le sue operazioni e continuerà a lavorare con tutti i suoi partners e portatori di interesse per dare supporto alla Strategia Energetica Nazionale con l’obiettivo di raddoppiare la produzione di gas e di petrolio in Italia entro il 2020”. Interessante interrogativo: più petrolio e meno inquinamento?
A differenza di Ombrina, però, per Turchese l’iter è ancora in fase embrionale. Nel testo di approvazione della BR 272 EL compare solo un parere approvativo, secondo competenze, espresso dalla Capitaneria di Porto di Ortona. Ma nessun parere della Regione Abruzzo: “Come per tutto il petrolio d’Italia, è molto probabile che anche la concessione Turchese conterrà petrolio di bassa qualità che necessiterà di desolforazione in loco, come Ombrina Mare, come il Centro Oli, come Bomba. Sarebbe quindi opportuno”, conclude Maria Rita D’Orsogna, “che le autorità coinvolte a livello regionale, provinciale e comunale, a partire da Gianni Chiodi, agissero adesso e non quando è troppo tardi.
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