“Il dragaggio partirà il 3 aprile”. Parole, datate 6 marzo, di Guido Improta, pronunciate dal sottosegretario al ministero delle Infrastrutture nella sua ultima visita a Pescara. In un mese, però, se ne sono viste tante, compresa l’inchiesta sull’appalto del vecchio dragaggio. Ma il giorno dopo la data promessa di draga a lavoro non c’è traccia. Perché?
La risposta, almeno la sua versione, Improta l’ha data via posta elettronica ad un manovratore portuale che gli aveva scritto per poter iniziare a progettare il suo futuro, ovvero se in futuro ci sarà ancora un porto in cui lo sfortunato potrà ancora lavorare: “Ad oggi”, sostiene il sottosegretario, “l’unico ostacolo all’inizio dei lavori è rappresentato dal fatto che l’Arta Abruzzo non ha ancora reso disponibili le contro-analisi sulle risultanze svolte dal laboratorio accreditato di fiducia dell’impresa appaltatrice”. Quindi, se subito dopo la consegna dei lavori era stata la Sidra a tardare a consegnare tardivamente le analisi, ora, quando sarebbero sorti nuovi dubbi sulla qualità del materiale da rimuovere, è l’Agenzia regionale per la tutela ambientale a tardare a presentare le nuove analisi richieste per chiarire ogni dubbio. “Il cronoprogramma che ho annunciato in occasione della mia ultima visita è stato rispettato per quanto riguarda i passaggi di competenza del Ministero e del Provveditorato alle Opere Pubbliche”, rimarca Improta al disoccupato, “non appena l’Arta ci avrà fornito i dati necessari per operare nel rispetto della legge, soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia ambientale, la Sidra non avrà motivo di sottrarsi agli impegni che ha contratto in sede di gara e, di conseguenza avvierà senza indugio le attività di dragaggio”.
Tanto basta per mandare su tutte le furie Mario Amicone,direttore generale dell’Arta, che rimbalza le accuse sull’inefficienza della vasca di colmata: “Le contro-analisi dell’ Arta sono pronte, manca la relazione finale che presenteremo lunedì a Regione e provveditorato alle Opere pubbliche. I risultati sono sostanzialmente buoni e, pur in presenza di differenze, siamo nella tolleranza prevista dalla legge”, sostiene dal canto suo. Quindi se (come fa capire Improta) le analisi ordinate dalla Sidra sono buone e quelle dell’Arta (come assicura il direttore generale) pure, il dragaggio può partire a breve. Macchè?! E’ ancora Amicone a evidenziare l’ennesimo inghippo: Il dragaggio potrebbe iniziare se non fosse per l’impermeabilizzazione della vasca di colmata, non ancora completata e l’autorizzazione del comitato Via della Regione per conferire in discarica il materiale trattato, operativo per legge 45 giorni dopo la pubblicazione sul Bura”. Ancora una volta, pertanto, è la vasca di colmata a presentarsi come problema. La sua impermeabilizzazione, per l’esattezza: il bacino artificiale costruito a sud dell’imboccatura del porto, infatti, già nei precedenti tentativi era stato scartato come deposito del dragato, in quanto non sarebbe adeguatamente impermeabilizzato per contenere le acque che scolerebbero dai materiali ipoteticamente inquinati asportati dal fondale di darsena e canale. Ma Improta, il fatidico 6 marzo scorso, aveva assicurato che: “circa 30mila metri cubi della parte non recuperabile dei fanghi potrà essere riutilizzato per ripianare la vasca di colmata, che è progettata come un piazzale di stoccaggio ma oggi ha un dislivello di 6 metri: quindi risolveremo anche un altro problema”. Ma anche che questa qualità di dragato dovrà essere trattata con il soil-washing, un depuratore da installare sulla banchina, ma prima di accenderlo – spiegava sempre l’uomo del ministero – si dovranno attendere altri 45 giorni prima di poter aprire una commissione per la valutazione di impatto ambientale, quindi questa parte potrà essere trattata almeno dopo il 29 aprile.
L’aggiornamento sulla situazione è stato reso stamani dal prefetto D’Antuono alla commissione Vigilanza della Provincia. Ai consiglieri guidati da Camillo Sborgia, D’Antuono ha chiarito che dopo la consegna della analisi dell’Arta, la situazione dovrebbe sbloccarsi. Lunedì mattina, quindi, la commissione deciderà se occupare o meno la sala consiliare, come minacciato nei giorni scorsi.
Ben prima, domani alle 15:30, la marineria si riunirà a Palazzo dei Marmi, dove ha invitato i istituzionali coinvolti, per avere garanzie su date e ristori legati alla vicenda ormai andata ben oltre la soglia della drammaticità. Sembra, purtroppo, finita la tregua che armatori e pescatori avevano concesso negli ultimi mesi, dove le dure azioni dimostrative avevano lasciato il campo alla mediazione. Domani, senza certezze fornite agli uomini del porto, i pescaresi dovranno aspettarsi quanto meno il blocco della rampa dell’asse attrezzato alle spalle di piazza Italia.