San Valentino. “Tutto ciò che oggi è necessario nel campo della sanità pubblica sono infrastrutture diverse, che consentano di sfruttare i mezzi che la moderna tecnologia medica ci mette a disposizione, come la diagnosi a distanza in tempo reale; nella sanità abbiamo affrontato in questi anni ogni genere di resistenza alla innovazione, scontrandoci con poteri che tutelano lo status quo e rendono difficile innovare: ma ora i tempi sono cambiati”.
Con queste parole, il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi ha inaugurato questa mattina a San Valentino in Abruzzo Citeriore il Centro di riabilitazione cognitiva per demenze da Alzheimer, realizzato in collaborazione tra la ASL di Pescara e l’Università D’Annunzio. Alla cerimonia hanno preso parte il vice presidente della Regione, Alfredo Castiglione, il direttore generale della ASL di Pescara, Claudio D’Amario e il Sindaco di San Valentino, Angelo D’Ottavio.
“Se vogliamo salvare il nostro sistema ‘universalistico’ che concede cure gratuite al pubblico – ha continuato Chiodi – l’obiettivo del governo regionale sarà quello di realizzare un sistema sostenibile per lo stato e per il cittadino; ecco perchè dò il mio appoggio a iniziative come questa che consentono la ospedalizzazione verso realtà decentrate”.
Il progetto, di recente approvato dalla ASL di Pescara, sarà realizzato presso la struttura socio sanitaria di San Valentino. L’iniziativa è stata illustrata da Stefano Sensi, dell’Università D’Annunzio, che, dopo un resoconto sulle opportunità di diagnosi precoce offerte attualmente dalla diagnostica che consente di rilevare in anticipo la malattia, ha descritto alcune terapie che verranno effettuate nella struttura di San Valentino, come le tecniche di ‘training cognitivo’: un allenamento che ritarda i processi di invecchiamento cerebrale e in alcuni casi previene l’insorgenza di processi degenerativi come la demenza di Alzheimer.
Il sindaco di San Valentino, Angelo D’Ottavio, ha sottolineato come gradualmente si sia riusciti, trasferendo in altra sede le funzioni ospedaliere che qui erano inutili ed eccessivamente dispendiose, a concentrare una attività ambulatoriale che è riuscita ad incrementare le visite annuali dalle 13.000 del 2010 alle 26.000 registrate nel 2012. “Puntiamo – ha detto D’Ottavio – ad una graduale trasformazione della struttura in Ospedale di Comunità, allo scopo di consentire una riduzione di costi di ospedalizzazione che garantirebbe un risparmio ingente sia alla Regione che al cittadino non costretto a spostarsi altrove”.