Pescara. L’Avis comunale scampato dallo sfratto immediato. Ma il direttore pescarese dell’associazioni dei donatori resta in allerta: “La Asl non ci ha ancora comunicato dove andremo a finire”.
Avis in battaglia legale per la sede di corso Vittorio Emanuele 10, dove risiedono dal 1998 gli uffici e il centro prelievi del gruppo comunale dell’Associazione volontari italiani sangue. “La sede attualmente utilizzata è concessa in comodato d’uso all’Avis Pescara dall’Azienda sanitaria locale, come da accordo con la stessa Asl risalente al 1998”, ricorda l’avvocato difensore Lorenzo Ronca, “In realtà il suo vero proprietario era il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che nel febbraio 2009 lo ha ceduto a Ligestra Due Srl – Gruppo Fintecna. Naturalmente questo braccio operativo del Ministero ha chiesto di esercitare i diritti sull’appartamento e ha presentato una citazione in giudizio per occupazione senza titolo dell’immobile, avanzando al giudice richiesta del suo rilascio, da parte dell’Avis, e il pagamento degli affitti arretrati, con conteggio a partire dall’agosto 2009. Inutile dire”, prosegue il legale, “che a dover risolvere la questione sarebbe chi ha concesso all’Avis l’uso dell’appartamento, cioè la Asl. Inoltre è ancora in vigore una convenzione del 1983 tra l’allora Ulss e l’associazione, in cui l’Azienda sanitaria si fa formalmente carico delle spese che sostengono le attività dell’Avis comunale, provinciale e regionale. Eppure questi rimborsi non sono stati mai assegnati: l’Asl è ad oggi formalmente debitrice di oltre 3 milioni di euro nei confronti dell’Avis Pescara”.
Aspettando i rimborsi, intanto la vicenda si è trascinata in tribunale: il 7 febbraio scorso, l’udienza tenuta dal giudice Stefania Ursoleo ha respinto in blocco la richiesta della Ligestra 2, nei confronti dell’Avis di lasciare il locale. “Per ora è una buona notizia, perché l’associazione non ha più il tempo contato, ma la partita non è ancora finita”, commenta Marco Cozza, presidente dell’Avis Pescara, “La situazione non si è risolta perché resta il fatto che il proprietario dell’immobile si sta già muovendo per far valere i suoi diritti di proprietà. Ad oggi però non abbiamo ancora notizie sull’eventuale nuova destinazione della sede da parte della Asl”.
In ballo, però, c’è un assegnazione da parte della Asl all’Avis di una nuova sede, che l’azienda sanitaria prenderebbe in affitto dal comune. “Di questo io non ho mai ricevuto comunicazione ufficiale e non so neanche se di quei locali sia stato verificato il possesso dei requisiti minimi per operazioni socio sanitarie”, aggiunge Cozza, “l’esperienza ci ha insegnato che, per svolgere la sua attività a regime minimo e a norma, l’Avis necessita di uno spazio di almeno 100 mq, che non è così facile da trovare”.