Pescara. Dalla 500 usata dal “plotone d’esecuzione” dell’ultras all’arresto dello spacciatore. Le indagini sull’omicidio di Domenico Rigante portano nuovi risultati per la squadra Mobile.
Per l’omicidio di Domenico Rigante, l’ultras biancazzurro ucciso la sera del primo maggio dopo essere stato scambiato per il gemello Antonio, sono attualmente in carcere Massimo Ciarelli e quattro suoi cugini appartenenti alla nota famiglia rom. Ma la squadra Mobile di Pescara, guidata da Pierfrancesco Muriana, non si è fermata, e da quelle indagini è decisa a portare a segno più arresti possibili nel campo della criminalità legata all’ambiente nomade, attiva nel campo dello spaccio e dell’estorsione. E per questi reati è stato arrestato oggi Achille Di Rocco, 32enne residente a Giulianova.
Di Rocco, hanno fatto emergere le indagini, è il proprietario della Fiat 500 che il ‘plotone Ciarelli’ avrebbe utilizzato per raggiungere l’appartamento di via Polacchi, dove Rigante fu freddato da un proiettile calibro 38, dopo un selvaggio pestaggio. L’automobile, sequestrata il 2 maggio 2012 in via Caduti per Servizio, era stata acquistata da un 25enne pescarese e poi passata nella proprietà di Quirino Barbetti, nipote di Massimo Ciarelli. Di Rocco poi, secondo gli investigatori, avrebbe prestato dei soldi al giovane, oltre a rifornirlo di Marijuana, maturando un credito da 1500 euro. Un credito riscosso attrerso una controversa mediazione d’affari. Di Rocco lo avrebbe costretto prima ad acquistare la 500 accollandosi il relativo finanziamento e poi a cedergli il veicolo. Poi il passaggio di mano dell’automobile, consuetudine tra le famiglie rom, per finire a disposizone dei Ciarelli.
L’arresto è avvenuto in esecuzione di una misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Chieti.