Processo D’Alfonso: tutti assolti

dalfonsoPescara. Assoluzione piena al processo Housework: Luciano D’Alfonso, gli imprenditori Toto e tutti gli imputati nell’inchiesta sulle tangenti al comune completamente scagionati dalla sentenza.

Alle 12:25 di oggi il presidente del tribunale di Pescara, Antonella Di Carlo ha pronunciato la sentenza di assoluzione per tutti gli imputati al processo Housework, in primis l’ex sindaco Luciano D’Alfonso e il suo braccio destro Guido Dezio, accusati di presunte tangenti intascate dalla famiglia imprenditrice Toto per favorire appalti pubblici su incarico comunale.

In totale erano 24 gli imputati nell’inchiesta condotta dal Pm Gennaro Varone, che aveva chiesto sei ani di reclusione per i principali imputati, D’Alfonso e Dezio. L’ex sindaco fu posto agli arresti domiciliari la notte delle elezioni regionali, il 15 dicembre 2008, dopo aver vinto per la seconda volta le elezioni comunali. Il processo era cominciato il 14 aprile 2011. Seicento i testimoni ascoltati.

GLI ASSOLTI. Gli altri assolti sono gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto; il geometra Giampiero Leombroni; l’imprenditore Massimo De Cesaris, Angelo De Cesaris, Alberto La Rocca; l’imprenditore Rosario Cardinale; Antonio Dandolo;Marco Mariani; Francesco Ferragina; Vincenzo Cirone; Fabrizio Paolini; Giacomo Costantini; Nicola Di Mascio; Enzo Perilli; Pietro Colanzi; Luciano Di Biase; Pierpaolo Pescara; Marco Molisani; Marco Presutti; Finizio Giampiero; Vincenzo Fani’. Gi imputati erano accusati, a vario titolo, di reati che vanno all’associazione per delinquere alla corruzione, alla concussione, alla tentata concussione, all’abuso, al peculato alla truffa, al falso, all’appropriazione indebita.

ASSOLUZIONE PIENA. Il dispositivo giudiziario si appella, tranne per un unico caso di prescrizione, all’articolo 530 del codice di procedura penale: assoluzione piena per tutti gli imputai. Secondo il pm Gennaro Varone, che ha abbandonato l’aula senza rilasciare dichiarazione, dopo aver ascoltato con statuaria impassibilità le parole del presidente Di Carlo, esisteva invece una sorta di ‘sistema D’Alfonso’. Egli sarebbe stato “capo e promotore” dell’associazione per delinquere, il cui scopo finale sarebbe stato quello di “commettere una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio, volti “al reperimento di risorse per l’arricchimento personale, per il finanziamento dell’attivita’ politica di D’Alfonso e per la propaganda presso i potenziali elettori in favore del sindaco”. Varone aveva chiesto anche la confisca di una villa di D’Alfonso a Lettomanoppello, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici

D’ALFONSO ASSENTE AL PRONUNCIAMENTO. Il protagonista assoluto della giornata, Luciano D’Alfonso, non era però presente nell’aula 1 del tribunale. E’ stato il suo difensore, l’avvocato Giuliano Milia, a comunicargli per telefono la sentenza. D’Alfonso, secondo alcune indiscrezioni rifugiato in un luogo di preghiera, “ha detto di essere contento”, ha riferito a caldo l’avvocato.

DI MARCO E DI PIETRANTONIO: D’ALFONSO PRONTO ALLE REGIONALI. Scagionato dalle accuse, l’ex sindaco di Pescara sarebbe pronto a scendere nuovamente e attivamente in politica. Pochi minuti dopo la sentenza, è Antonio Di Marco, capogruppo Pd alla Provincia di Pescara, ad anticipare come D’Alfonso sarà con molta probabilità il prossimo candidato Democratico alle elezioni regionali. “Faremo le primarie probabilmente”, ha aggiunto il capogruppo al Comune Moreno Di Pietrantonio, “ma Luciano sarà sicuramente eletto candidato a furor di popolo”, ha commentato, confermando l’indiscrezione.

DE COLLIBUS: RISARCIRE LA CITTA’. Come prevedibile, la sentenza ha immediatamente scatenato i commenti politici relativi alla vicenda. Ad affollare l’aula del tribunale, stamani, quasi l’intera componente pescarese del Partito Democratico. Consiglieri comunali commossi ed ex appartenenti alla giunta dalfonsiana. Tra questi Adelchi De Collibus, ex assessore alla Cultura, che ha lanciato la provocatoria domanda: “Chi risarcirà adesso la città di Pescara?”, riferendosi all’operato amministrativo del centrosinistra interrotto dall’inchiesta.

D’EZIO: RIPAGATI 5 ANNI DI SOFFERENZA. Se D’Alfonso era lontano, rifugiato fuori città per Pregare, in prima fila davanti al giudice c’era il suo braccio destro, Guido Dezio. L’unico tra gli imputati a commentare la sentenza, l’ex dirigente comunale ha commentato così l’assoluzione: “Ringrazio la mia difesa, ringrazio quest’aula di Tribunale che ha scritto una bella pagina per la citta’ di Pescara. Ripaga di cinque anni di sofferenza, di due arresti e mi fa credere sempre di piu’ che le istituzioni esistono, sono forti e salde, e che questo Paese ce la puo’ fare”.

UN ‘NUOVO’ ASSO NELLA MANICA PER IL PD. Il risvolto politico dell’assoluzione assume, ancor più del previsto, il tratto del rilancio di Luciano D’Alfonso e dell’intero partito democratico abruzzese. La sentenza, forse inaspettata per il suo esito assolutorio, ha fatto immediatamente pronunciare dai vertici del partito parole estermamente sbilanciate, come “Ora si aprono le danze”, del capogruppo Pd in Regione. ” Il tempo del dolore e’ finito”, commenta Camillo D’Alessandro, “oggi e’ iniziato a scorrere il tempo della verità :D’Alfonso non e’ un corrotto, ma una persona onorata ed onorabile, semplicemente è’ stato il più amato sindaco nella storia della Citta di Pescara e certamente tra i più stimati in Abruzzo. ” “Ora si riparte”, prosegue il capogruppo democratico all’Emiciclio, ” Ora si aprono le danze”. La rinascita di D’Alfonso, quindi, come rinascita dell’intero gruppo politico: “Quell’indagine”, sostiene il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci, “ha stravolto la geografia politica di Pescara e dell’Abruzzo, mettendo in ginocchio il Pd e consentendo al centrodestra, per le dinamiche legate al rapporto fra provvedimenti cautelari e consenso, di governare diffusamente nel nostro territorio a partire proprio dalla città di Pescara. In questi anni abbiamo risollevato il partito grazie alla passione di tanti dirigenti, amministratori e militanti: ora abbiamo un asso nella manica”. Più un appello all’ex sindaco assolto, però, che non una decisione presa dal tavolo tecnico: “A D‘Alfonso”, conclude il segretario Pd, “chiediamo da subito di essere in prima fila in questa battaglia per le elezioni politiche e di contribuire ad un risultato positivo oggi e in occasione delle prossime regionali”.

L’UDC STRIZZA L’OCCHIO A D’ALFONSO. L’assoluzione del personaggio di punta del Pd Abruzzese viene colta con positività anche da alcuni esponenti dell’Udc. Se più personale è il commento del presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio,  “una sentenza liberatoria che supera le sofferenze affrontate con dignità e determinazione come pochi avrebbero saputo fare. I miei più affettuosi auguri per il futuro politico e l’attività lungimirante dell’amico Luciano”, sul fronte strategico-politico, riferndosi “al  ruolo che Luciano D’Alfonso potrà ora avere per il futuro governo della Regione Abruzzo”, interviene il deputato alla Camera Pierluigi Mantini: “Ci sarà tempo e modo per lavorare seriamente ad un’alleanza ampia e necessaria tra Centro e Sinistra”, afferma, “con il dovuto equilibrio tra le esigenze di rilancio produttivo dell’Abruzzo costiero e la grande questione della ricostruzione dell’Aquila e dei comuni del terremoto. Conosco Luciano D’Alfonso da molti anni”, conclude Mantini, “e la stima e l’amicizia rendono questo lavoro più facile”.

 

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