Pescara. Conto alla rovescia per D’Alfonso e i Toto: lunedì prossimo la sentenza sulle pesunte tangenti che vede imputati l’ex sindaco e la famiglia di imprenditori. Oggi in aula l’arringa difensiva: “Nessuna associazione a delinquere, solo interesse pubblico”
E’ prevista per lunedì prossimo la sentenza riguardante il processo su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara, che conta tra gli imputati l’ex sindaco Luciano D’Alfonso, il suo ex braccio destro Guido Dezio, e gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto. L’udienza di oggi davanti al tribunale collegiale di Pescara e’ stata caratterizzata dall’arringa difensiva dell’avvocato Giuliano Milia, legale di D’Alfonso che ha ripercorso tutti i capi di imputazione riguardanti ad esempio l’area di risulta, la “lista Dezio”, la villa di Lettomanoppello (Pescara), i rapporti con Toto. Il difensore dell’ex primo cittadino ha contestato alla radice l’esistenza dell’associazione per delinquere ipotizzata dal pubblico ministero e ha invece sostenuto che è stato sempre fatto l’interesse della pubblica amministrazione. Milia in un altro passaggio ha parlato di accanimento nei confronti della persona citando a tal proposito le parole pronunciate dal procuratore generale della Corte di Cassazione in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario: “Occorre perseguire i fatti con fermezza, ma perseguire qualcuno costituisce un pessimo modo di fare giustizia”. Ma la ferma convinzione di aver dimostrato con le prove la colpevolezza di D’Alfonso è stata l’oggetto della successiva replica del pm Gennaro Varone.