Pescara, dragaggio consegnato: fine lavori entro il 10 aprile

dragaggio_consegnalavoriPescara. Consegnato, stamani negli uffici della direzione marittima, i lavori per il dragaggio di 200mila metri cubi di materiale depositato nel canale e nella darsena commerciale del porto. Da oggi la Sidra avrà 85 giorni per rimettere lo scalo portuale in condizioni di navigazione.

Sono stati consegnati questa mattina i lavori di dragaggio del porto di Pescara, aggiudicati del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche alla ditta Sidra di Roma per un totale di 200mila metri cubi. La consegna, da parte del provveditore Donato Carlea, è avvenuta nei locali della Capitaneria di porto alla presenza del comandante Luciano Pozzolano. Scattano quindi gli 85 giorni di tempo entro i quali la Sidra, ditta vincitrice dell’appalto da 10,3 milioni di euro e considerata leader internazionale nel settore, si e’ impegnata a completare l’intervento. Per l’arrivo della draga nel bacino portuale, però, bisognerà attendere i primi 15-30 giorni necessari a compiere la georeferenziazione digitale: un avanzato metodo di caratterizzazione e analisi sul fondale per definire la destinazione del materiale da scavare.

Già giovedì scorso, il sottosegretario al ministero delle Infrastrutture Improta aveva avanzato, unitamente a Carlea, previsioni positive sui tempi del cantiere: si pensa al termine dei lavori per il 10 aprile, mentre i pescherecci, bloccati in banchina da gennaio 2011 da un’ordinanza della capitaneria che scade a fine febbraio, potrebbero tornare a lavoro già a metà marzo.

Nella mente degli uomini del porto, ormai allo stremo, riecheggiano ancora i fantasmi di quanto accaduto a dicembre 2011, quando il precedente intervento di dragaggio fu bloccato sul nascere dal sequestro imposto dalla magistratura di L’Aquila per la presunta presenza nel porto del Ddt. Il timore di un secondo stop, hanno sempre riferito pescatori e armatori, scomparirà solo quando l’ultimo metro cubo di fanghi sarà stivato sui camion e nelle navi che li porterà in discarica o nei depuratori necessari al recupero.

Solo allora i lupi di mare potranno, anche se parzialmente, esultare per la riconquistata possibilità di guadagnarsi il pane quotidiano.

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