Pescara. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giuseppe Gatto, indagato con l’accusa di falso nell’inchiesta sull’Hotel Rigopiano di Farindola.
Oggi – ultima giornata degli interrogatori sulla tragedia – saranno ascoltate cinque persone. Gatto, questa mattina, è stato il primo a presentarsi in Procura a Pescara, davanti al procuratore, Massimiliano Serpi, e al Pm Andrea Papalia.
Gatto è il tecnico che ha redatto la relazione che la Gran Sasso Resort & Spa, società che gestiva il resort, aveva allegato alla richiesta di intervenire su tettoie e verande dell’hotel.
“Il mio assistito ha chiarito che ha svolto correttamente l’incarico di consulente per la sicurezza che gli era stato affidato da parte della societa’ che gestiva l’Hotel Rigopiano”. Cosi’ l’avvocato Ugo Di Silvestre, difensore di Andrea Marrone, consulente incaricato dall’amministratore unico della società di adempiere le prescrizioni in materia di prevenzione infortuni. Marrone insieme a Bruno Di Tommaso, amministratore unico della società Gran Sasso Resort & Spa Srl che gestiva l’hotel Rigopiano,èaccusato di omicidio colposo, lesioni colpose e di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, perche’ avrebbero “omesso di valutare il rischio valanghe nonche’ quello di isolamento per ingombro neve sulla strada di accesso e di connesso rischio infortunio malore di ospiti e dipendenti della struttura alberghiera”.
“Pensiamo – ha detto l’avvocato di Marrone – di aver chiarito la posizione del mio assistito, che e’ una posizione, a nostro avviso, marginale in questo procedimento. Si occupava – ha aggiunto – della consulenza in materia di sicurezza dell’Hotel Rigopiano, un argomento che riteniamo non molto coerente con tutto il resto dell’indagine. In ogni caso, siamo fiduciosi. Abbiamo risposto alle domande che ci sono state poste e – ha ribadito il difensore – riteniamo che Marrone abbia effettivamente chiarito la sua posizione. Pensiamo che la sua figura possa essere oggetto di una valutazione attenta da parte della Procura e, quindi, speriamo possa il suo percorso giudiziario arrestarsi gia’ nella fase delle indagini preliminari”.
Ha scelto, invece, di non rispondere Antonio Sorgi, direttore della direzione Parchi, Territorio e Ambiente della Regione Abruzzo. Sorgi, assistito dall’avvocato Guglielmo Marconi, e’ accusato insieme a Paolo Del Rosso, l’imprenditore che chiese l’autorizzazione a costruire l’albergo, e al tecnico del Comune di Farindola, Enrico Colangeli, di falso, abuso d’ufficio, omicidio colposo e lesioni colpose. Per l’accusa, dalla condotta messa in atto dai tre “deriva la serie di conseguenze dell’edificazione del nuovo Hotel Rigopiano ed annesso centro benessere in un sito esposto al pericolo valanghe con l’impegno imprenditoriale a tenerlo aperto e accessibile anche alle autovetture in pieno inverno prescindendo dalla intensita’ delle precipitazioni nevose (e quindi senza curarsi del pericolo valanghivo) per cui concorrevano nel cagionare colposamente il crollo totale dell’albergo e parziale del centro benessere e la morte di 29 persone e lesioni personali, anche gravissime, ad altre persone presenti all’interno dell’Hotel”
A seguire sanno ascoltati Marco Paolo Del Rosso e Bruno Di Tommaso, amministratore unico della società Gran Sasso Resort & Spa Srl che gestiva l’hotel Rigopiano.