L’Ordine regionale degli Agronomi e Forestali, ha rivolto a tutte le amministrazioni pubbliche, un invito un pò particolare: a programmare la vita di un albero fino a 30 anni.
Lo fanno sapere le associazioni ambientaliste di Pescara, che, pur trovandosi d’accordo con alcune considerazioni fatte dal vicepresidente dell’Ordine, sono allarmate per il patrimonio arboreo della città. “Auspicare alberate cittadine di massimo 30 anni significa perdere identità, storia, paesaggio, cultura, tradizione e funzionalità ecosistemica”, hanno infatti spiegato in una nota.
“Le alberature della città di Pescara hanno un valore aggiunto che altre città italiane potrebbero invidiarci, determinato dalla presenza nel tessuto urbano di una specie identitaria, il Pinushalepensis, paesaggisticamente peculiare, presenza caratteristica delle vicende storiche e sociali e, infine, conifera arborea da cui deriva il nome della stessa città, come dimostrano recenti e accreditate ricerche: Pescara da pephcàsis>pescàsis=coperta di pini”.
“Dare agli alberi solo un valore d’uso, identificarli come entità strumentali, è non solo riduttivo e scientificamente errato ma anche anacronistico rispetto alle moderne esigenze di benessere e salubrità; esigenze di cui le comunità cittadine sono sempre più consapevoli. Piuttosto che auspicare la cancellazione delle strutture arboree, bisognerebbe augurarsi una maggiore presenza di viali alberati, migliorare la loro manutenzione e valutazione, ad opera dei professionisti forestali e/o ambientali, la cui presenza nella pianificazione della città è sempre più necessaria.
Una convivenza possibile e sostenibile”.
Le associazioni Italia Nostra, Mountain Wilderness e ConalpaOnlus invitano e sollecitano il Comune di Pescara a ripristinare il “Green table”, il Tavolo Verde, nel rispetto del Regolamento per garantire la continuità e la salvaguardia dell’importante patrimonio arboreo della città di Pescara.