L’astensione, l’altro ieri, del gruppo Pdl alla Camera sulla votazione al Decreto Crescita aveva fatto tremare i polsi alla 50ina di armatori e alle centinaia di pescatori pescaresi, da quasi 300 giorni bloccati dal fondale insabbiato. In ballo, infatti, c’era l’emendamento al decreto presentato dai parlamentari abruzzesi per destinare 9 milioni di euro al dragaggio di 200mila metri cubi dal porto dannunziano (13 milioni la spesa totale dell’appalto, 2 e mezzo messi dalla Regione) e 3 milioni per indennizzare il comparto dei danni causati dalla forzata inattività.
La spallata al Governo è stata fermata dall’escamotage del numero legale, ma il senatore Andrea Pastore ha rassicurato: “State tranquilli, i soldi arriveranno entro Natale”. Lo ha fatto ieri, dinanzi ad una delegazione della marineria, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente della Regione Chiodi, il presidente della Provincia Testa e il sindaco di Pescara Mascia.
“Ed entro Natale partirà anche il cantiere”: l’aggiunta è di Chiodi, riferendo le parole del sottosegretario al ministero delle Infrastrutture Improta, che ha rincuorato i marinai circa lo slittamento consegna dei lavori alla Sidra, ditta vincitrice dell’appalto affidato dal provveditorato interregionale ai Lavori pubblici. Il governatore regionale, inizialmente, aveva parlato di consegna entro il 6 dicembre, poi rimandata a lunedì 10: “Ci sono tempi stretti, la ditta appaltatrice ha garantito 85 giorni di cantiere, assegnare i lavori di venerdì avrebbe già fatto perdere un week end”, ha spiegato Chiodi.
Dal plauso generale dello schieramento Pdl abruzzese al compiacimento per “l’impegno bipartisan dimostrato per risolvere una vicenda a cuore di tutti i pescaresi”, con i senatori Marini e Legnini (Pd) a lavorare insieme a Pastore e Tancredi (Pdl) in commissione Bilancio del Senato per inserire il fondo milionario destinato a Pescara nell’emendamento. Scontenti rimangono gli altri operatori portuali, quelli dei servizi logistici e terziari, esclusi dall’indennizzo: “Volevo destinare 1 milione a loro”, sostiene Testa, “Non si è potuto fare per problemi tecnici”, ribatte Pastore, “inserire un’altra categoria nel fondo avrebbe potuto mettere a rischio anche i pescatori”, precisa il senatore, ma promette ancora: “Se la legge di stabilità lo permetterà, arriveranno altri soldi anche per ormeggiatori, scaricatori e operatori commerciali portuali danneggiati dal mancato dragaggio”.
“Si intravede finalmente una luce in fondo al tunnel”, ha commentato il sindaco Mascia. O meglio, “un lumicino”, corregge Chiodi, che seppur soddisfatto dell’esito (comunque lunghissimo) della vicenda, storce la bocca “perché la Regione ha dovuto sborsare dei milioni per un porto che è dello Stato: l’Abruzzo ha dovuto fare la propria parte, ma lo Stato doveva farla per intero”. “E ora allo Stato”, ha concluso, “tocca mettere il porto in condizione di non essere più così costoso per la collettività”. Ovvero: dopo questo dragaggio, che molti giudicano “intervento con il cucchiaino”, si dovrà pensare alla manutenzione efficace al punto da non doversi ritrovare, a breve, nella medesima emergenza.
Daniele Galli