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Pescara, Icranet: presentata scoperta scientifica su ‘The Astrophysical journal’

Pescara. E’ stata presentata sulla nota rivista scientifica ‘The Astrophysical journal’ una scoperta sui raggi gamma da parte del gruppo di studiosi dell’Icra/Icranet all’Università ‘Sapienza’ di Roma.

A comunicare la scoperta, Remo Ruffini, direttore dell’Icranet.

La novità riguarda la natura dei lampi di raggi gamma (GRB), che secondo la recente scoperta hanno origine dai sistemi più complessi ed energetici presenti in astrofisica.

E’ stata infatti osservata l’esplosione di una supernova su una stella di neutroni; dopo l’impatto, la stella di neutroni raggiunge la massa critica e collassa verso il basso formando una sorta di ‘buco nero’ (black hole) ed emettendo un GRB (raggio gamma); questo, a sua volta, sbatte contro il materiale espulso dalla supernova, emette un segnale nei raggi X e nei raggi gamma e trasforma la supernova in ipernova. “Questa ‘matrice cosmica’”, afferma lo studio condotto, “chiamata “Binary-driven-hypernova” (BdHN), è la più energetica di sette sottoclassi di GRB”.

I GRB sono gli oggetti più luminosi nell’intero Universo: le loro luminosità sono pari alla luminosità totale di tutte le stelle del nostro Universo, cioè alla luminosità di 100 miliardi di miliardi di Soli messi insieme.

Un GRB si verifica in media una volta ogni 100 milioni di anni in ciascuna galassia, ed è visibile da tutti i miliardi di galassie del nostro Universo: il risultato è un tasso di GRB osservati pari a circa “uno al giorno”, un tasso ideale per poter svelare la loro natura sulla base delle teorie di Einstein.

In tutto ciò, è stato essenziale lo sforzo osservativo nei raggi X e gamma compiuto grazie a missioni spaziali con una forte presenza europea, e grazie agli osservatori ottici come l’ESO VLT europeo e il KECK americano. Cruciale è stato lo sforzo teorico compiuto dall’ICRANet per attribuire un significato astrofisico a tutti i fotoni, osservati dai vari strumenti, provenienti da questi sistemi che precedono di 8 miliardi di anni la nascita del nostro sistema planetario.

Remo Ruffini è stato per molti anni in prima linea in questa ricerca: da “introducing the Black hole” con J.A. Wheeler, alla scoperta del primo BH con Giacconi, al primo annuncio della scoperta dei GRB con H. Gursky, fino agli sviluppi delle BdHN negli anni recenti con i Proff. C.L. Bianco, J. Rueda e C. Fryer, e con i molti studenti del Dottorato di Ricerca europeo congiunto in astrofisica relativistica, l’IRAP PhD, alla università “Sapienza” di Roma.