Cadavere in appartamento a Pescara. Gli inquirenti sono certi: Nicola Bucco è stato ucciso

polizia_autoPescara. E’ il quarto omicidio che avviene a Pescara dall’inizio dell’anno e cresce sempre più l’allarme sicurezza. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello registrato ieri pomeriggio, quando il corpo di un uomo è stato ritrovato senza vita in una pozza di sangue.

Si tratta di Nicola Bucco, 53 anni, addetto alla manutenzione stradale, con qualche precedente alle spalle.

L’uomo è stato colpito con un’arma da taglio e sul suo corpo sono stati riscontrati i segni di un numero ancora in quantificato di coltellate. Di sicuro tre alla gola, ma se ne saprà di più dopo l’autopsia, affidata al medico legale Cristian D’Ovidio. Intanto, la prossima settimana arriveranno sul posto gli agenti della Scientifica di Ancona. Su una cosa, comunque, non c’è dubbio: si tratta di un omicidio e si indaga tra le conoscenze di Bucco. La porta, infatti, ritrovata socchiusa, non mostra segni di scasso. In questura sono stati sentiti la moglie della vittima e l’amico che ha trovato il corpo nell’appartamento di via Leopardi, dove Bucco viveva da qualche mese.

 

IL SINDACO ALBORE MASCIA: “CHI SA, PARLI”

“Il grave fatto criminoso verificatosi ieri a Pescara richiede, ancora una volta, la massima attenzione da parte delle Istituzioni, a partire dall’amministrazione comunale, che ha investito in maniera ingente sulla problematica della sicurezza, incrementando il numero degli agenti di Polizia municipale in strada, istituendo presidi fissi, in centro come in periferia, portando addirittura l’Esercito a Pescara per il potenziamento della macchina dei controlli in alcuni luoghi sensibili, come le aree prossime alla stazione ferroviaria. Sono certo che gli inquirenti, che da ieri stanno conducendo indagini a tutto campo, sono già sulle tracce di chi si è macchiato di un delitto tanto efferato, al fine di restituire tranquillità alla città e giustizia a una famiglia provata da un dolore tanto profondo. Peraltro l’amministrazione comunale si sente particolarmente toccata da tale episodio, conoscendo e annoverando tra i propri dipendenti alcuni congiunti della vittima, persone di grandissima dignità, umanità e onestà che mai avrebbero potuto immaginare una tale vicenda e tutti ci stringiamo oggi alla loro incontenibile disperazione. Tutte le nostre attenzioni istituzionali sono in stato di massima allerta, perché non intendiamo in alcun modo sottovalutare un episodio di enorme gravità. Come sindaco di Pescara mi faccio portavoce delle preoccupazioni e dei timori dei miei cittadini che hanno paura di una eventuale recrudescenza dei fenomeni criminosi, e porterò tali istanze al prossimo Tavolo per l’Ordine pubblico e la Sicurezza che certamente verrà convocato a breve per un punto della situazione. Il mio appello alla città è quello di collaborare con l’azione investigativa in atto: chiunque ritenga di aver visto o sentito elementi utili alle indagini, assuma contatti con gli investigatori, raccontando quei dettagli che magari possono essere inezie e magari potrebbero essere cruciali. A tutti voglio ricordare che la criminalità si combatte solo abbattendo il muro del silenzio”.

 

MASSIMILIANO PIGNOLI (FLI): “C’E’ QUALCOSA CHE NON FUNZIONA. PRENDIAMONE ATTO”

“Altro che isola felice. Gli ultimissimi accadimenti di cronaca dimostrano che non solo non bisogna abbassare la guardia, ma anzi prendere atto che probabilmente c’è qualcosa che non funziona che non è certo da addebitare alle forze dell’ordine prive di mezzi e con pochi uomini. Se occorre, si mandi anche l’esercito a presidiare il territorio, e soprattutto in quei quartieri sensibili e con maggiori problematiche, come Rancitelli e Fontanelle, oltre alle zone Gescal di Pescara Colli”. Lo ha detto il capogruppo di Fli al Consiglio Comunale Massimiliano Pignoli che è tornato a chiedere con forza al presidente De Camillis, come da tempo a questa parte, la convocazione di un Consiglio Comunale Straordinario con all’ordine del giorno il problema dell’ordine pubblico in città. “Il presidente non può fare di testa

sua. A precisa richiesta, che noi facemmo già dopo l’omicidio Rigante, il regolamento dice che il presidente è tenuto ad ottemperare alla stessa, entro venti giorni dalla richiesta. Ora invece sono passati mesi e quindi credo sia giunto il momento di dare una risposta concreta alla nostra richiesta. Noi già sei mesi fa avevamo chiesto insistentemente, ma inutilmente, la convocazione di un Consiglio, a cui far partecipare i rappresentanti delle forze dell’ordine per affrontare in maniera concreta il problema che affligge la nostra città dove, nell’ultimo anno solare si sono verificati quattro omicidi, oltre ad altri atti di violenza che per poco non sono sfociati in tragedia. Evidentemente il presidente De Camillis vive in un’altra città. L’insicurezza che si vive a Pescara è sotto gli occhi di tutti. Se ancora una volta non riceveremo risposte, saremo costretti ad intraprendere iniziative di protesta clamorose da attuare in aula già dal prossimo Consiglio. E’ ora che si passi dalle parole ai fatti. E’ la città a chiederlo”.

 

 

 

 


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