Pescara, monta la protesta studentesca: in 1000 per il sit-in a piazza Salotto-VIDEO e FOTO

sitinstudentiPescara. In mille hanno invaso piazza Salotto: gli studenti di tutte le scuole superiori della città hanno manifestato questo pomeriggio, con un sit-in, contro i tagli alle scuole e le modifiche ai contratti dei professori previsti dalla legge Aprea. Libri e striscioni in piazza per dire “Stop ai tagli nelle scuole”.

Seduti sul pavimento bianco di piazza Salotto, in mille con libri e quaderni a far finta di studiare, per simulare ciò che invece vogliono continuare a fare veramente: stare seduti tra i banchi di una scuola pubblica non lacerata dai tagli ministeriali. Quei tagli, finanziari e qualitativi, minacciati dal disegno di legge dell’ex presidente della commissione Cultura Valentina Aprea: un fantasma residuo del ministero Gelmini che spaventa docenti e studenti per la sua confluenza nella gestione Profumo con le norme per l’autonomia scolastica e con la legge di stabilità.

A fronte di un taglio alla scuola paventato sui 180 milioni di euro, il contratto nazionale dei docenti rischia di passare dalle 18 alle 24 ore lavorative settimanali senza neanche l’accenno di un aumento di stipendio. Ciò si tramuta, peraltro, nella sparizione delle attività extrascolastiche quali gite e corsi paradidattici, oltre che nella fine di tutti quei lavori che i professori svolgono al di fuori delle ore di lavoro, quindi senza retribuzione, in primis la correzione dei compiti in classe. Insomma, e questo gli studenti lo sanno, chi farebbe mai un buon lavoro senza essere adeguatamente stipendiato? E le conseguenze, inevitabilmente, si ripercuoterebbero sull’offerta formativa. Per non parlare dei tagli alle cattedre: 10mila quelle che Profumo vorrebbe eliminare per adeguare la scuola italiana agli standard europei. L’autonomia scolastica, poi, mina gli strumenti partecipativi degli studenti, dimezzando il numero dei rappresentanti studenteschi negli organismi decisionali degli istituti, abolendo le assemblee d’istituto e aprendo all’ingresso dei privati alla gestione delle scuole, ad esempio dei donatori esterni che verrebbero affiancati ai collegi interni ad ogni istituto.

Loro, il migliaio di studenti di tutte le scuole di Pescara, non ci stanno e da alcuni giorni hanno scelto di protestare al fianco dei loro insegnanti. Chi più, chi meno, ogni istituto è passato alla mobilitazione negli ultimi due giorni. L’Acerbo è in sciopero bianco da giovedì scorso, il Manthoné si è aggregato ieri, oggi sono passati alle assemblee straordinarie il Marconi e il Volta, che domani mattina manifesteranno con girotondi e striscioni nei piazzali degli istituti, mentre al Michetti-Di Marzio da ieri è scattata l’autogestione. Finora è occupato solo il Galilei, mentre l’altro liceo scientifico, il Da Vinci, da oggi ha attuato il blocco didattico. All’alberghiero De Cecco, invece, sono in agitazione solo gli insegnanti. Studenti e docenti del classico, infine, mediteranno come agire durante il ponte del fine settimana.

Manifestazioni frammentate, come accade ciclicamente ad ogni fine anno, che i ragazzi hanno voluto rendere coese con il sit-in di oggi pomeriggio. Una riunione lunedì mattina tra i vari rappresentanti, poi la decisione di passare parola via Facebook per un flash mob semi-itinerante da fare lungo corso Umberto. Nel frattempo le bancarelle della fiera del cioccolato hanno preso spazio lungo il corso, quindi il tam-tam ha spostato tutto in piazza Salotto e reso la faccenda più ‘sedentaria’. Ben 800 le adesioni raccolte dall’evento ‘postato’ sul social network, ma alla faccia del freddo oggi pomeriggio a manifestare si è superato il migliaio. Coperte, lenzuoli e stuoini per sederi sul pavimento per oltre un’ora, con i libri sulle ginocchia a simboleggiare che voglia di studiare ne hanno, e che la loro protesta appositamente fissata nelle ore pomeridiane non è solo una scusa per saltare le lezioni. Risate e striscioni, slogan e qualche fischio per chi non vuole totalmente immedesimarsi nel sit-in, qualcuno più esaltato che ha tirato fuori dei fumogeni, subito messo ai margini dalla piazza tutta, quella che vuole solo ribadire i propri diritti: giovani, mica stupidi.

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