Pescara. La stele dannunziana cadente, danneggiata dal tempo che ha portato al distaccamento di alcune parti. Il Pd insorge: “Recuperarla per il 150esimo di D’Annunzio”, ma ad impedire i lavori di restauro ci sarebbero pipistrelli e piccioni.
Fu inaugurata 50 anni fa dal sindaco dell’epoca, Vincenzo Mariani, nell’occasione del centenario della nascita del Vate. La stele dannunziana, eretta nel parco accanto all’omonimo teatro-monumento, però arriva al 150esimo in condizioni decadenti. Il tempo e la scarsa cura delle avvicendate amministrazioni comunali hanno portato numerosi pezzi del cemento che compongono l’opera longilinea a distaccarsi dalle armature di ferro corrose dalla ruggine. Insorge il Pd, con i consiglieri comunali Del Vecchio e Marchegiani a rimproverare l’amministrazione Mascia di non occuparsi di “un monumento che Pescara dovrebbe custodire gelosamente ed orgogliosamente, ancor più in questo momento che la città si appresta alla organizzazione di importanti manifestazioni proprio nel segno e nel nome di Gabriele d’Annunzio”.
A spiegare cosa impedisce l’inizio dei lavori di restauro, nonostante recenti sopralluoghi del comune, è il capogruppo Pdl Armando Foschi: piccioni e pipistrelli.
Servono carotaggi sul cemento armato più recenti degli ultimi effettuati nel 2008, per capire la reale condizione della struttura e dei lavori eventualmente necessari. E insieme ai tecnici e agli operai, dovranno intervenire gli ambientalisti: chi ha effettuato il sopralluogo, due settimane fa, è stato impossibilitato ad accedere alla parte interna più alta della stele a causa di un fitto manto di guano di piccione e per la presenza di un nido di pipistrelli che hanno ‘preso casa’ nel monumento. Gli escrementi potrebbero causare rischio igienico senza un’adeguata procedura d’intervento, mentre i pipistrelli, specie animale protetta, dovranno valutare la presenza e le possibilità di eventuali modalità di spostamento dei volatili.
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