Sono i messaggi di contestazione riportati sugli striscioni esposti dal Comitato vittime di Rigopiano davanti alla Prefettura di Pescara, dove è in corso un presidio per “esprimere vicinanza e solidarietà a Giampaolo Matrone”, uno dei superstiti della tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, in cui il 18 gennaio scorso persero la vita 29 persone.
Matrone, che ha perso la moglie sotto le macerie dell’albergo ed e’ rimasto invalido, e’ stato pure “segnalato” alla Procura dal prefetto, Francesco Provolo, perche’ lo scorso 18 ottobre, a nove mesi dalla tragedia, è entrato in Prefettura chiedendo chiarimenti alla funzionaria che non credette alle prime richieste d’aiuto arrivate via telefono dal cuoco Quintino Marcella, a sua volta raggiunto dalla telefonata dell’unica persona sfuggita alla valanga.
Matrone e altri tre familiari delle vittime, come chiesto dal Comitato stesso, stanno incontrando al momento il prefetto Provolo. “Ringrazio il Comitato – ha detto Matrone prima di salire dal Prefetto – che ha organizzato a mia insaputa questa manifestazione di solidarietà. Ormai siamo diventati una famiglia. Adesso andremo in quattro dal Prefetto e chiederemo delucidazioni sulla mia situazione e perchè ha fatto l’esposto. Gli faremo poi altre domande e, in particolare, gli chiederemo se si ritiene responsabile della tragedia, anche se gia’ conosciamo la sua risposta perche’ ha sempre detto che ha la coscienza a posto. E poi – ha concluso Matrone – per guardarlo negli occhi e chiedergli perche’ ha fatto questa segnalazione alla Procura, vista la mia situazione. Ho passato 60 ore sotto le macerie, sono rimasto invalido, ho perso mia moglie e mia figlia cresceràsenza madre”.