E’ in discussione in Consiglio comunale di Pescara, il recepimento della Legge Regionale 49/2012 per applicare sul territorio pescarese il cosiddetto Decreto Sviluppo.
“Questa legge, approvata dall’allora maggioranza regionale di centrodestra, con la contrarietà del PD e di tutto il centrosinistra, permette, attraverso la demolizione e successiva ricostruzione, un incremento volumetrico del 50% rispetto all’edificio demolito, sfruttando anche le deroghe alle altezze ed alle distanze previste dal piano regolatore“, ha commentato a riguardo la consigliera M5S Erika Alessandrini. “Uno sviluppo solo del cemento a discapito del pubblico interesse e delle aree libere cittadine. Un Decreto che dichiara di voler rilanciare l’economia e che diventa, invece, solo un pesante contributo alla devastazione del paesaggio e del territorio, ed un regalo alle lobby“.
“Questa norma, osannata oggi da chi è stato contrario per anni, finirà per dare il colpo di grazia ad un già sofferente piano regolatore, che si fonda su un delicato equilibrio tra abitanti ed aree per standard e servizi (parcheggi, verde, scuole, attrezzature sociali). Purtroppo, la cosiddetta “monetizzazione degli standard”, permessa proprio dal decreto sviluppo, concede agli immobiliaristi la possibilità di costruire anche dove non avrebbero mai potuto, pagando un contributo. Soldi al posto di aree verdi e parcheggi. Ma proprio la mancanza di aree a standard, cedute al Comune, mette in crisi gli spazi vitali e la qualità della vita dei pescaresi, già sommersi da palazzi e auto“.
“Il M5s ha più volte dichiarato la propria contrarietà a gestire la rigenerazione urbana attraverso la sola iniziativa privata come prescritto nel Decreto Sviluppo perchè, solo attraverso un preciso criterio d’analisi, alla base della redazione di un nuovo PRG, si possono verificare le previsioni di crescita demografica, la presenza e la frequenza di edifici abbandonati, invenduti o inutilizzati, la capacità di riutilizzo di aree ormai deindustrializzate, il tasso di edilizia condonata, la verifica della presenza di sufficienti standard. E sulla base di tali dati, proporre la propria idea di città e di futuro che oggi, invece, è sintetizzato dal PD con lo slogan “più cemento per tutti”, ha concluso la consigliera.