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Pescara, sì del Consiglio a regolamento per orti urbani

E’ arrivato il sì del Consiglio Comunale di Pescara al primo regolamento per l’affidamento e la gestione degli orti urbani consentendo la possibilità di attuare interventi a favore delle fasce deboli della popolazione e di valorizzare il patrimonio verde della città.

Infatti, si tratta di un documento composto da 13 articoli, già analizzato e approvato nelle scorse settimane dalla Commissione Ambiente del Comune, presieduta dal consigliere Fabrizio Perfetto, che punta a favorire la riqualificazione degli spazi verdi, rafforzando il legame di cittadini e associazioni con il territorio urbano, migliorando le caratteristiche ambientali, incoraggiando la socializzazione dei cittadini e offrendo inoltre un’opportunità concreta di integrare il proprio reddito.

La graduatoria di assegnazione degli spazi sarà calcolata in base al reddito e alla situazione occupazionale dei richiedenti, favorendo i cittadini con un reddito Isee basso (inferiore a 15.000 euro), ma riservando anche una quota di assegnazione a scuole e associazioni. Uno degli emendamenti inseriti dalla Commissione prevede inoltre di riservare una quota di assegnazione del 50 per cento ai cittadini residenti in prossimità dell’area verde adibita ad orto urbano. I bandi pubblici saranno pubblicati nei prossimi giorni sul sito del Comune. A fronte del pagamento di un canone annuale irrisorio, la durata della concessione sarà di quattro o tre anni, a seconda se i terreni saranno adibiti a orti per la prima volta, in ragione quindi dell’impegno necessario a renderli produttivi, oppure se si tratta di assegnazioni successive.

Il regolamento che abbiamo contribuito a stilare in Commissione – spiega il presidente della Commissione Comunale Ambiente Fabrizio Perfettoè un altro tassello del più ampio mosaico che questa Amministrazione sta costruendo per rendere Pescara sempre più inclusiva e all’avanguardia. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di non lasciare indietro le fasce deboli, cercando di creare nuove opportunità e offrire fonti di reddito alternative alle famiglie e in questo contesto il ritorno all’autoproduzione alimentare può essere un vantaggio”.