Il Forum abruzzese per i diritti dell’acqua, in una nota, sottolinea che”aspettavamo documenti corposi, cronoprogrammi, costi, previsioni di rimozione totale delle masse di rifiuti interrati e terreni contaminati per decine di migliaia di metri cubi. Tempi certi. Le poche decine di pagine di elaborati depositati ci paiono di fatto costituire uno studio di fattibilità limitato in gran parte ad interventi a valle che non risolvono a monte il problema. Non è una bonifica ma al massimo una parte, peraltro basata su iniziative neanche di sicuro successo, della messa in sicurezza di emergenza”.
“Dopo 10 anni”, proseguono gli ambientalisti, “non si procede a togliere il materiale che produce inquinamento. In tutto è prevista la rimozione di 600 metri cubi di materiali a fronte di oltre 150mila di terreni e rifiuti contaminati stimati dalle caratterizzazioni della Procura e del Commissario. Sostanzialmente la proposta di Edison prevede il completamento della palancolatura, che fu presentato come intervento di messa in sicurezza di emergenza da Goio. Poi un telo di plastica fissato a mo’ di barriera nella parte nord per cercare di confinare la falda. Infine alcuni interventi come l’ossidazione chimica in alcuni punti i più critici (determinati a nostro avviso in maniera incompleta) con trattamento sempre a valle delle acque. Facciamo notare che queste modalità di intervento sono in alcuni casi presentate come “campo di prova” perchè non sono soluzioni certe. Inoltre agiscono, forse, solo su alcune tipologie di inquinanti presenti nell’area e non su tutte le sostanze trovate in questo decennio”.
”Gli elaborati, tra l’altro, sono pieni di rimandi ad ulteriori indagini integrative, di elementi di incertezza, di condizionali”, conclude il Forum, “Si parla addirittura di tecniche da usare nel caso in alternativa (quindi non è stata neanche fatta una scelta). Un documento, insomma, esplorativo nonostante la montagna di dati esistenti. Avevamo già contestato il rinvio ad ulteriori indagini integrative concesso il 30 novembre scorso dal Ministero dell’Ambiente. Avevamo ragione a considerarlo un errore clamoroso. A nostro avviso qui si fa melina mentre la Valpescara soffre”.