Pescara: un ospedale per tartarughe e delfini

tartarugheliberazionePescara. Sarà un ospedale per animali marini a far aprire, dopo tante traversie, il nuovo museo del mare. Una struttura avveniristica, braccio di un network internazionale, che darà ricovero a tartarughe, delfini e cetacei feriti. Ma anche una grande attrattiva scientifica e formativa.

Bisognerà attendere altri 4, 5 mesi al massimo, poi Pescara avrà il suo ospedale del mare. Potrebbe essere questo il nome da attribuire alla struttura ospedaliera per animali marini che la collaborazione tra Centro studi cetacei, diretto dal dottor Vincenzo Olivieri, e l’amministrazione comunale ha prodotto grazie alla partecipazione al progetto europeo Net-Cet. L’acronimo anglofono di Rete Cetacei spiega bene le finalità del fondo da 150 mila euro stanziato da Bruxelles: un network internazionale, composto da 13 soggetti sparsi lungo le coste del Mediterraneo, coesi nell’uniformare l’assistenza veterinaria a tartarughe, cetacei, delfini e animali marini che si piaggiano o rimangono feriti e intrappolati nelle reti da pesca, fino al reinserimento nell’ambiente naturale. Il capoluogo adriatico è capofila del progetto, che durerà tre anni e lascerà alla città un importante patrimonio tecnologico, condiviso con il il Comune di Venezia, l’Università di Padova, il Dipartimento della salute pubblica e Igiene Veterinaria, la Fondazione Cetacei Onlus,  l’Istituto Superiore per la Protezione e le Ricerche Ambientali, 2 enti albanesi, 3 croati, 6 italiani, uno del Montenegro e uno della Slovenia.

Pescara, lancia, dunque la sfida a Venezia e Riccione, città già dotate da tempo di importanti strutture specializzate, ma che ora potrebbero addirittura essere superate. E la sfida sarà lanciata dal Museo del mare, opera di cui si attende da lungo tempo l’apertura e che ora sarà lanciata ufficialmente dall’ospedale del mare. Sarà il primo livello del museo, come annunciato oggi dall’assessore al Mare Serraiocco, ad ospitarlo su un’area di circa 700 metri quadrati: al suo interno verranno installati 16 vasche per ospitare gli animali, 15 vasche di stabulazione da 2 metri per uno, una vasca più grande per la riabilitazione al nuoto prima della reimmissione in mare. E ancora ci sarà un ambulatorio veterinario per clinica e chirurgia e un centro diagnostico con apparecchiature radiologiche. Nella struttura lavoreranno stabilmente 3 medici veterinario dello staff di Olivieri, insieme ai tanti volontari del Centro studi cetacei che garantiranno una reperibilità h24 per la cura degli ospiti pinnati.

Puntando a diventare un riferimento per il centro-sud Italia e per l’intero Mediterraneo, la struttura pescarese si specializzerà anche nella formazione, collaborando con le scuole, attratte anche dall’aspetto museale-conservativo che il museo, una volta completato, offrirà anche grazie alle collezioni di reperti e conchiglie da tempo archiviate nelle teche. Inoltre, come in un piccolo ospedale clinicizzato, biologi e personale della Capitaneria di Porto, potranno studiare sul campo come si opera nei casi di spiaggiamento, dal recupero, alla cura, fino alla restituzione al mare di tartarughe, tursiopi e altre specie.

“Fondamentale la vicinanza degli ambulatori al mare”, osserva il dottor Olivieri, “in quanto è facilitato il rifornimento di acqua marina, molto più salutare per le specie in cura di quella ricostituita artificialmente”. Per il responsabile dell’ospedale, che ora curerà con gli uffici di Serraiocco la fase dell’approvvigionamenti di strumenti e materiali, il museo del mare è la sede “naturalmente più adatta ad una struttura sanitaria di questo tipo, dove mi auguro si possa creare un polo marino globale, un museo vivo, attrazione quantomeno per l’intera città”.

E oltre a sollecitare l’apertura del museo ‘incompleto’, per il quale in questi giorni si stanno operando i collaudi e la messa in sicurezza delle scale, l’ospedale potrebbe risolvere anche un caso ‘diplomatico’, quello della donazione effettuata da Ottorina Ferri, moglie di Guglielmo Pepe, fondatore del museo ittico: 30mila euro destinati all’ala espositiva che l’amministrazione, da due anni, non ha mai utilizzato. “Chiederò ufficialmente alla signora Ferri,” ha annunciato l’assessore al Mare, “di poter utilizzare quei soldi per implementare la dotazione dell’ospedale per gli animali marini”.

Daniele Galli

VIDEO: IL DOTTOR OLIVIERI DURANTE IL RILASCIO DI DUE TARTARUGHE AL LARGO DI PESCARA

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