La Polizia provinciale utilizzerà, da ora in poi, delle videocamere mobili nell’espletamento di alcuni dei servizi di prevenzione e tutela dell’ambiente che attua sul territorio pescarese. Attraverso questi apparecchi a raggi infrarossi, messi a disposizione dalla Provincia, sarà possibile scattare foto e girare filmati registrando in maniera ottimale ciò che accade anche nelle ore notturne. Le videocamere saranno utili nei controlli per prevenire e reprimere l’abbandono dei rifiuti ma anche nelle attività antibracconaggio. Per l’utilizzo di queste apparecchiature la Provincia chiede anche il coinvolgimento dei Comuni, che possono sollecitare il posizionamento di questi “occhi” nelle zone più a rischio. La novità è stata annunciata dal presidente della Provincia Guerino Testa, dall’assessore provinciale all’Ambiente Mario Lattanzio e dal comandante della Polizia provinciale Giulio Honorati, che hanno anche presentato le 17 Guardie ecologiche volontarie, rappresentate dal coordinatore Liliana Febbo. Le Gev sono sotto la diretta dipendenza del Corpo di polizia provinciale per ottimizzare le azioni di tutela dell’ambiente. Con la collaborazione delle Gev, che sono guardie giurate, pubblici ufficiali e agenti di polizia amministrativa e avranno a disposizione un’auto di servizio, sarà possibile migliorare e potenziare il controllo sul territorio e implementare le attività, ad esempio, per tutto ciò che riguarda abbandono di rifiuti (pericolosi e non), scarichi abusivi, Rae (Rifiuti elettrici ed elettronici pericolosi). Si annunciano anche nuovi controlli sul parco fluviale, dove la presenza di senza tetto, sbandati e tossicodipendenti si ripropone ciclicamente. Un valido aiuto – ha sottolineato Testa – al personale della Polizia provinciale – che è esiguo.
Per quanto riguarda l’abbandono dei rifiuti Honorati ha ricordato che chi getta materiale in strada o nelle zone pubbliche le sanzioni per i cittadini vanno da 600 euro (per rifiuti non pericolosi) fino a 1200 euro (per rifiuti pericolosi). Se poi lo scarico viene effettuato da un’impresa la multa sale fino a 26mila euro (ma se si tratta di rifiuti pericolosi si rischia la denuncia penale). Alla conferenza ha partecipato anche Roberto Pasquali, presidente della commissione Ambiente.