Pescara. Una truffa su vari livelli, messa a segno in tutto l’Abruzzo e congegnata ad arte dal 45enne di Chieti che si fingeva funzionario di Equitalia per riscuotere debiti da vittime raggirate con l’inganno. Ma le somme dovute effettivamente allo Stato venivano utilizzate per l’acquisto di macchine extralusso e appartamenti, che l’uomo intestava all’anziana madre. Lui risulta nullatenente.
Un bottino sapientemente accumulato nel corso degli anni: la truffa messa in piedi dal 20o8 da un 45enne chietino gli ha fruttato oltre 1 milione di euro, tutti impiegati per acquistare 5 Ferrari, una Maserati Ghibli, una Aston Martin, una Bmw e due moto Kawasaki e Suzuki. Un tesoretto, ritrovato in un garage dalla Guardia di Finanza di Pescara, ammucchiato con calma e maestria, applicando raggiro degni dei manuali dei migliori ladri che il cinema e la letteratura abbiano scritto. E per non farsi mancare nulla, il truffatore con il vizio del ‘macchinone’ intestava tutto quanto acquistato con gli illeciti proventi alla madre pensionata, che deve ora rispondere di riciclaggio di denaro di provenienza delittuosa. È lei che è risultata proprietaria di auto, moto, appartamenti e garage, mentre lui fino al 2008 dichiarava al massimo un reddito da 7500 euro, poi un bello zero tondo. Ma anche le proprietà della donna era ben schermate da un trust, un giochetto finanziario fatto di cessioni multiple e prestanomi che ben nasconde ricchezze spropositate e tenori di vita altissimi rispetto alle condizioni economiche dichiarate dai due.
La storia di ordinaria evasione fiscale si distingue, però, dall’eccezionale metodo utilizzato per arricchirsi. “Hai problemi con Equitalia? Ci penso io”. Questa, infatti, la tipica frase usata dall’uomo per far cadere nel proprio tranello decine e decine di ignari cittadini con l’unica colpa di essere in debito con alcuni pagamenti amministrativi. In questi casi, per riscuotere gli arretrati, entra in gioco la tanto famosa Equitalia. Ma ancor prima agiva il provetto mago della truffa: come facesse ad essere a conoscenza delle posizioni debitorie non si sa, fatto sta che con diversi escamotage si rivolgeva ai suoi ‘clienti’ spacciandosi per funzionario dell’agenzia esattrice facendosi consegnare somme anche ingenti. E a questi rilasciava regolare ma falso verbale di quietanza del pagamento, compresi atti di assenso a cancellazioni di ipoteche riportanti la falsa intestazione di Equitalia.
Una truffa ai danni delle vittime, ma anche alle casse dello Stato, che indirettamente non ricevevano quanto dovuto dai debitori. Ed è stata la stessa Equitalia a rivolgersi alla Finanza per intervenire. Una ricostruzione partita dalla rete di relazioni instauratasi negli ultimi 4 anni tra i vari soggetti coinvolti, e solo la collaborazione di questi alle indagini hanno consentito di scovare il truffatore e il suo bottino, che ora servirà a risarcire le vittime. Un ristoro temporaneo: tornati in possesso di quanto ingenuamente ceduto, i debitori dovranno comunque versare quanto dovuto allo Stato.