Pescara. Per ora è solo un’ipotesi, sulla base di alcune testimonianze e che ben si sposa con la dinamica del rogo, ma potrebbero essere state delle lanterne cinesi ad appiccare l’incendio di sabato sera nella pineta dannunziana.
Una decina di alberi in tutto, la metà di grosse dimensioni: tutto sommato, è ridotto il bilancio delle piante distrutte dall’incendio che sabato sera è divampato, poco dopo le 22:30, nella pineta dannunziana, nel comparto a ridosso dell’Aurum.
Prontamente spento dai vigili del fuoco, gli stessi “angeli” che hanno lavorato incessantemente per giorni sul Morrone (Piero Polimene, Maurizio Bascelli, Andrea D’Addazio, Marco D’Andrea, Domenico Giancola, Cosimo Terlizzi, Emanuele Paris, Daniele Mambella, Patrizio Giampietro, Luciano Ricciuti e Umberto Pantera), ma limitato anche dal punto di origine delle fiamme. Dalle cime degli alberi e non da terra, evitando, così, che il fuoco si propagasse più rapidamente nel sottobosco reso secco dai lunghi giorni di estate caldissima.
Fin da subito, ufficializzato anche dal vice sindaco Antonio Blasioli, è emersa l’origine dolosa, stante i due diversi punti d’origine dell’incendio; ma ora alcune testimonianze dei residenti della zona parlano di fiamme viste volare in cielo poco prima dell’inizio del rogo.
La stretta vicinanza con la spiaggia, dunque, lascia ipotizzare che qualcuno possa aver fatto partire in volo delle lanterne cinesi, poi ricadute sugli alberi secchi della pineta e, da lì, l’incendio. Solo un’ipotesi ma, come si suol dire, se tre indizi fanno una prova…