Pescara. Ha trovato il coraggio di denunciare il proprio strozzino e di incastrarlo grazie all’intervento dei carabinieri. Ma oltre al risarcimento della donna, il tribunale ha condannato un rom pescarese a risarcire per danno morale anche l’associazione Codici, che ha assistito la vittima nei cinque anni di battaglie giudiziarie.
Dalla disperazione al coraggio di denunciare chi si è approfittato del momento difficile: è la storia di una donna pescarese, vittima di usura, che ha denunciato lo strozzino che le ha rovinato la vita. Separata e con una figlia da mantenere, l’improvvisa perdita del lavoro la costringe al disperato gesto di rivolgersi ad un usuraio. Chiede quanto le basta per tirare avanti, 5mila euro, ma le condizioni del rom usuraio impongono l’automobile come garanzia. La donna cede al ricatto, e riesce perfino a restituire la somma in pochi giorni, ma l’aguzzino vuole il doppio entro un mese per ridarle la macchina. E’ il maggio del 2007 quando, tra panico e rassegnazione, la donna si rivolge all’associazione pro-legalità Codici, dalla quale riceve supporto psicologico e legale. Sono proprio i volontari ad aiutarla a trovare il coraggio di rivolgersi ai carabinieri per denunciare lo strozzino. Scatta la trappola: viene organizzato un incontro per la restituzione del denaro, il rom si presenta all’appuntamento in via del Circuito, e non appena intasca i soldi dalla donna i militari gli mettono le manette ai polsi.
L’uomo, dopo cinque anni di battaglie giudiziarie, è stato condannato dal Tribunale collegiale di Pescara a tre anni e sei mesi reclusione, al pagamento di multa di 8000 euro, all’interdizione dai pubblici uffici, al risarcimento di 15mila euro per idanni alla vittima, più gli interessi, e al versamento di una somma di denaro all’associazione Codici per il danno morale. Per Gianni D’Andrea e Domenico Pettinari, “la condanna è fatto storico”. I rappresentanti di Codici parlano di un fenomeno sommerso, solo la loro associazione ha denunciato otto casi di prestiti a tassi usurai: “Contro l’usura solo il coraggio e la forza di denunciare il proprio aguzzino possono garantire la giustizia”.
Daniele Galli