Pescara. Intense giornate di lavoro per i Carabinieri della Compagnia di Pescara, che hanno eseguito una serie di controlli, passando al setaccio la città, con l’obiettivo di prevenire i reati.
L’attività, condotta con l’impiego mirato di oltre 25 pattuglie della Compagnia, ha permesso di effettuare “muscolare” attività di vigilanza sulle aree della periferia pescarese: in particolare i militari si sono concentrati sui quartieri di Rancitelli, San Donato, via Caduti per servizio e Zanni, mentre nel weekend l’attenzione è stata posta sul centro città, con l’esecuzione di posti di controllo nei punti nevralgici (Nave di Cascella, Piazza Salotto, Piazza Santa Caterina) e pattuglie a piedi nelle aree pedonali.
Lo sforzo dei militari della Compagnia è stato supportato dalla presenza di 4 pattuglie dei Carabinieri della Compagnia di Intervento Operativo del 6 Battaglione Toscana, che per una settimana hanno affiancato i colleghi abruzzesi.
Controllati inoltre nel weekend, in collaborazione con i Carabinieri del Nas e dell’Ispettorato del Lavoro di Pescara, ben 5 attività commerciali del centro, tra ristoranti e bar, verifiche che hanno permesso di accertare la sostanziale correttezza dal punto di vista sanitario e lavorativo delle attività ispezionate.
Controllati nel corso dei servizi oltre 160 mezzi e 250 persone, tra cui un cittadino romeno che terminato di scontare una condanna in Italia per reati contro il patrimonio commessi in Veneto, è stato riarrestato poiché risultato destinatario di mandato di arresto europeo, per analoghi reati consumati in Germania.
Notificato poi un divieto di avvicinamento ad un marchigiano residente a Pescara che, a seguito della fine della relazione sentimentale, ha iniziato ad importunare la propria ex, la quale si è subito rivolta ai Carabinieri per stroncare sul nascere la situazione, prima che potesse aggravarsi ulteriormente.
Nel corso dei controlli i Carabinieri hanno inoltre denunciato un 39enne pescarese trovato in possesso di una scatola contente 4 fiale di steroide anabolizzante uninandro 250 (nandrolone decanoate injection). Dai primi accertamenti è subito emerso che l’uomo, assiduo frequentatore di palestre, non aveva nessun titolo per detenere il farmaco ad azione dopante, peraltro proveniente dal sud-est asiatico e privo di autorizzazione al commercio in Italia. Molto dubbia la sua utilità per accrescere stabilmente la massa muscolare, certi invece i suoi effetti negativi sulla salute così come il fatto che dovrà rispondere di ricettazione oltre che dei reati di introduzione e detenzione in territorio nazionale di medicinale senza autorizzazione.