Pescara. Si allarga anche a Pescara il tragico fenomeno del Blue Whale, macabra tendenza diffusa via web e social che avrebbe indotto circa 130 ragazzi al suicidio, partendo dalla Russia e allargandosi in più continenti.
Una 16enne del capoluogo adriatico, infatti, è ricoverata da mercoledì al Salesi di Ancona con evidenti segni sul braccio che riconducono alla pratica della cosiddetta Balena Blu: una sfida della durata di 50 giorni, uno per prova, a cui giovanissimi adescati sui social network devono sottoporsi.
Una più autolesionista dell’altra: dall’alzarsi nel cuore della notte al praticarsi incisioni sugli avambracci componendo, appunto, la sagoma di una balena; tutto al comando tempestivo di un messaggio sullo smartphone.
Letale, però , può risultare la prova finale: gettarsi nel vuoto dal punto più alto della città. Ed è questo quello che si teme abbia fatto la ragazzina pescarese, ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Santo Spirito e poi trasferita, d’urgenza, da Pescara ad Ancona, centro d’eccellenza per la Neurochirugia infantile.
L’allarme è stato confermato da alcune amiche della 16enne, che negli ultimi giorni hanno notato strani comportamenti e messaggi lasciati da lei, tra i quali proprio quello di volersi gettare dall’ottavo piano.
Del caso, ora, se ne stanno occupando il tribunale dei minori de L’Aquila e le squadre Mobile di Pescara e Ancona: le indagini si stanno concentrando sulla percorso, attraverso alcuni gruppi Whatsapp, intrapreso dalla giovanissima per arrivare a quello che si presume essere l’adescatore principale.
Il fenomeno è stato reso pubblico in Italia, negli ultimi giorni, da un’inchiesta tv de Le Iene di Italia 1, ma c’è anche la tesi che etichetta come “bufala” quello dei suicidi massivi innescati dal Blue Whale.