Pescara. Si sono radunati davanti ai locali vuoti della biblioteca regionale Di Giampaolo per esprimere la propria rabbia contro il trasferimento della struttura dal cuore della città a un locale in via Tiburtina. Stamattina sotto ai portici di piazza Salotto c’erano una trentina di manifestanti, tutti con un libro in mano, per “difendere la cultura di Pescara”.
Il sit-in di protesta “per ribadire il vuoto culturale che sta vivendo il centro cittadino” è stato organizzato dai Giovani Democratici di Pescara, che hanno distribuito volantini di protesta ai passanti e hanno scoperto uno striscione con su scritto a caratteri cubitali: “La cultura non si tocca”.
“E’ inammissibile”, sottolinea il segretario dei Giovani democratici Mirko Frattarelli, “che il cuore della città venga scippato dell’unico polo culturale presente fino a pochi giorni fa, la biblioteca di Giampaolo, ormai priva di libri e scaffali, tavoli e sedie. La biblioteca regionale è vuota e chiusa al pubblico da due settimane. L’iniziativa di questa mattina è la dimostrazione che in tanti credono che la cultura non può essere trasferita da un quartiere all’altro, ma diffusa in tutta la città, con strutture in ogni quartiere”.
Questa mattina alle 11,30 in punto, davanti all’ingresso della biblioteca regionale di piazza Salotto, erano presenti oltre ai Giovani democratici anche alcuni esponenti del Partito democratico che avevano portato la battaglia anche in consiglio comunale: il segretario cittadino Stefano Casciano e i consiglieri comunali Antonio Blasioli, Marco Alessandrini, Paola Marchegiani e Moreno Di Pietrantonio e infine Aurelio Giammorretti. Non sono è mancato qualche momento di tensione nel corso di una manifestazione pacifica messa in piedi dai pescaresi al solo scopo di difendere la cultura.Infatti, mentre era in corso la manifestazione, all’interno dei locali alcuni dirigenti della Regione Abruzzo stavano ultimando le pratiche per ufficializzare il passaggio di consegna delle chiavi dei locali.
A raccontare l’accaduto è Frattarelli: “Questa mattina, con spirito pacifico abbiamo occupato la biblioteca regionale”, racconta Frattarelli, “nonostante ci fosse la presenza di alcuni dirigenti della regione, che erano lì per ufficializzare il passaggio di consegna delle chiavi della biblioteca. Con educazione e civiltà siamo entrati dentro la struttura, in silenzio, ognuno di noi con un libro tra le mani per testimoniare la nostra solidarietà alla cultura. Siamo stati verbalmente aggrediti e invitati ad uscire fuori dalla biblioteca”. “Il nostro intento, prosegue, “era quello di avere spiegazioni più dettagliate sul futuro della struttura, ma non abbiamo avuto risposte, se non dopo l’iniziativa, quando un dirigente della regione ci ha raggiunto all’uscita per chiederci scusa di quanto accaduto”.
“Questo clima deve far riflettere l’amministrazione comunale e regionale, c’è bisogno di una soluzione idonea, che soddisfi l’esigenza dei cittadini, degli studenti e delle famiglie. La cultura a Pescara è sempre più povera, abbiamo il dovere di salvare il salvabile e pensare alla Pescara che verrà, dinamica e culturalmente attiva”.
Di Iacovo e Licheri (Sel): costruire rete socio-culturale. Il coordinatore cittadino Daniele Licheri e il consigliere Comunale di Sel Giovanni Di Iacovo intervengono in una nota congiunta sottolineando il valore sociale della biblioteca: “Con il trasferimento della Di Giampaolo il centro di Pescara perde una struttura che ha avuto un ruolo importante per le migliaia di cittadini che l’hanno frequentata per anni. Grazie al lavoro dei suoi operatori la biblioteca non è stata solo il luogo dove prendere in prestito libri, ma è stata sede di incontri, conferenze, spettacoli teatrali e musicali, laboratori, molti dei quali dedicati all’infanzia, proiezioni cinematografiche ed altro ancora. La Di Giampaolo, inoltre, è stata vissuta come un centro sociale dagli anziani e dai giovani studenti che lì hanno trovato un luogo dove studiare o informarsi.” Poi l’invito all’amministrazione comunale alla “costruzione di una rete di luoghi dedicati alla lettura, all’informazione ed alla socialità, collegata al sistema bliotecario, che interessi sia il centro sia la periferia:ciò non sarebbe neanche particolarmente oneroso perché il Comune è proprietario di una ingente mole di immobili che potrebbero essere utilmente utilizzati a tale scopo. La discussione del bilancio comunale prevista per il mese di aprile può essere l’occasione per dare sostanza alla proposta, individuando così, anche le risorse economiche che possono essere messe a disposizione. Nel centro della città, oltretutto, il Comune dovrebbe utilizzare in modo diverso il museo Vittoria Colonna sede, attualmente, di sporadiche mostre non sempre di grande interesse culturale, che mortificano le potenzialità della struttura anche in termini di rapporto costi/benefici”. “Con la scelta del centro destra di rinunciare alla costruzione di una mediateca nell’area di risulta alla stazione, e l’annunciato trasferimento della biblioteca provinciale in piazza Alessandrini”, concludono gli esponenti di Sel, “il centro città rischia la stessa desertificazione delle strutture culturali che, nel corso degli anni, ha già colpito la periferia con le biblioteche di quartiere che sono state allegramente smantellate, o con le strutture appena costruite lasciate alla mercè dei vandali.”