Pescara. Colta con le mani nel sacco dal figlio dei due anziani che stava cercando di rapinare, una donna di origini rom è stata bloccata e fatta arrestare ieri pomeriggio dalla polizia in un’abitazione della Riviera. Si cercano le due complici.
L’incubo di ogni anziano, quello di essere rapinati nella casa con il banale quanto efficace raggiro della finta visita medica a domicilio o del controllo del contatore del gas, per una volta è terminato con un lieto fine. Come spesso riferito dalle stesse forze dell’ordine che intervengono quasi ogni giorno negli appartamenti rapinati, il reato è divenuto specialità delle donne di origine rom, le cosiddette zingari stanziali di Pescara e non solo. Queste, con metodo collaudato, spesso sostiuiscono le tradizionali gonne lunghe con jeans o tute, rinunciando ad anelli e monili d’oro e affinando anche la dizione, per camuffare con l’italiano più corretto la parlata che mischia lo zingaresco al dialetto. Parrucche in testa e occhiali da sole, spesso, completano il travestimento che le fa credere, all’occhio ingenuo dell’anziano, di essere una dottoressa della Asl inviata per un controllo, quando invece a bussare con una scusa alla porta è la zingara che abita poche traverse più in là. Arrivano addirittura a compiere le trasferte da città a città, quando hanno colpito fin troppe volte nei propri dintorni.
Ma la tattica è sempre la stessa: si legge il nome sul citofono e si suona alla porta del malcapitato pronunciando il nome di battesimo del proprietario di casa, che spesso diventa un passepartout: gli anziani, purtroppo, stentano a diffidare che la presunta dottoressa inviata dalla Asl per un controllo domiciliare, che conosce perfino il nome del suo paziente, possa celare male intenzioni; a guardarla e sentirla, poi, tutto sembra tranne una di quelle rom rapinatrici di cui si sente tanto parlare, così la lasciano entrare: questa astutamente mantiene aperta la porta alle proprie spalle e mentre finge di visitare gli anziani, dopo averle dato il ‘via libera’ con uno squillo al cellulare, tenendo gli ospiti con lo sguardo distolto dall’ingresso lasciano entrare una complice che svuota i cassetti da contanti e gioielli in pochi minuti, manomettendo anche il telefono prima di uscire per evitare il lancio di allarmi. Finito la finta visita e alleggeriti gli anziani, la ‘dottoressa’ esce di casa e con la complice e l’autista a fare da palo sotto casa si allontanano indistrurbati. Una maestria affinata al punto che le vittime riferiscono di vivere momenti di ipnosi e di apparente incoscienza.
Ma per una volta la tranquillità sulla quale fanno fede le rapinatrici, causata dalla vita solitaria degli anziani, è stata interrotta dall’ingresso improvviso in casa del figlio di due anziani residenti in viale della Riviera, a Pescara. E’ andata male ad Amelia Spinelli, rom 45enne pescarese che ieri stava per portare a termine la rituale rapina ai danni di un’anziana coppia con la complicità di due donne: il figlio dei ‘vecchietti’ ha aperto la porta per una visita improvvisa, beccandola con le mani nel sacco e riuscendo a bloccarla, mentre le due complici si sono date alla fuga. L’uomo ha tenuto la donna in scacco fino all’arrivo della Volante della polizia, che l’ha arrestata per tentata rapina impropria, scoprendo per giunta che era evasa dagli arresti domiciliari. Proseguono, invece, le indagini per scoprire le identità delle complici.
Daniele Galli