Pescara. Hanno sfilato in centinaia per le strade del centro cittadino urlando “Giù le mani dalla Val di Susa” ed esponendo striscioni a sostegno della mobilitazione contro la realizzazione dell’autostrada veloce Torino-Lione. Gente comune, politici di centrosinistra, ambientalisti ed esponenti del mondo sindacale si sono raccolti nel pomeriggio davanti alla stazione centrale.
Il presidio pacifico delle 17,30 è sfociato in un lungo corteo che ha attraversarto corso Umberto e le principali strade del centro. Circa un centinaio i manifestanti che, dopo il raduno di fronte alla stazione ferroviaria, hanno esposto bandiere e striscioni di protesta, dichiarandosi vicini con il cuore agli attivisti che da giorni lottano in Val di Susa per impedire la realizazzione della colossale autostrada Torino-Lione. In testa Maurizio Acerbo, capogruppo di Rifondazione Comunista, che ha sottolineato più volte il legame tra l’Abruzzo, regione verde d’Europa che lotta contro la petrolizzazione del mare e che in passato si è opposta con tutte le sue forze al terzo traforo del Gran Sasso, e i leader del movimento . Tantissime le parole di stima nei confronti di Luca Abbà, il militante precipitato da un traliccio durante un’azione dimostrativa e successivamente ricoverato al Cto di Torino, adesso fuori pericolo.
l serpentone è stato scortato da una folta rappresentanza di agenti delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, da carabinieri, polizia municipale e dal personale della Digos. L’imponente schieramento di agenti si è trovato a fare i conti con un corteo pacifico, che si è limitato a ripercorrere i motivi della protesta in Val di Susa. “Il movimento No Tav”, dicono gli aderenti alla manifestazione, “non difende soltanto un territorio da un progetto devastante sul piano ambientale, chi si oppone alla Tav sta difendendo la democrazia reale, il diritto dei cittadini a non vedersi espropriato il diritto di dire la propria su scelte strategiche che li riguardano. Senza la lotta dei valsusini in Italia non si sarebbe mai aperto un dibattito pubblico su un’opera che ha costi giganteschi per la collettività nazionale. La Val di Susa lotta anche per noi”.
Diversi gli slogan scelti per la manifestazione: dal classico ‘Giu’ le mani dalla Val Susa’ ai cartelli con le scritte ‘Siamo tutti No Tav’ e ‘No Tav, si’ treni per pendolari’.
Il tam tam è partito su Facebook, dove un evento creato per l’occasione ha raccolto in due giorni circa 300 partecipanti tra leader politici, sindacalisti, docenti universitari, collettivo studentesco, rappresentanti del mondo ecclesiastico ed esponenti di associazioni ambientaliste e socio-culturali.