Pescara. Dieci mensilità, sulla base dell’ultima retribuzione globale di fatto percepita, oltre agli interessi legali e alla rivalutazione monetaria. E’ quanto la Provincia di Pescara dovrà pagare ai 56 ex dipendenti precari dell’ente, assistiti dall’avvocato Gabriele Silvetti, in virtù della sentenza emessa oggi dalla Corte d’Appello dell’Aquila.
Una decisione che accoglie parzialmente l’appello avanzato dall’ente, riformando in parte la sentenza precedentemente impugnata, ma che a questo punto dovrebbe scrivere la parola fine sulla vicenda, con un risarcimento danni in favore degli ex dipendenti che complessivamente si aggirerà intorno al milione di euro.
La quantificazione del risarcimento, tuttavia, è stata ridotta da venti a dieci mensilità, in quanto inizialmente era stata parametrata sulla base dell’articolo 18, mentre, con un recente pronunciamento della Cassazione, è stata ricalcolata in linea con quanto stabilito dall’articolo 32 del collegato lavoro contenuto nella legge 183 del 2010.
I precari, che erano stati lasciati a casa nel 2010, contestavano la mancata assunzione a tempo indeterminato e la rielaborazione del piano triennale del personale che avrebbe “annullato gli impegni precedenti, violando immotivatamente ogni disposizione in materia, con eccesso di potere, nonché in spregio dei canoni di buona amministrazione”.
Il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, spiega di essere “reduce da incontri a Roma per avere dal Governo i fondi necessari a fare il Bilancio. Se tutto andrà bene – aggiunge – non potremo non adempiere”.