Si sono sottoposti all’alcoltest, hanno risposto al questionario sulle proprie abitudini di vita, hanno chiesto informazioni circa i rischi legati alla guida in stato di ebbrezza, ma per orgoglio, anche quando sono risultati con un tasso alcolico nel sangue elevato, non hanno accettato di farsi accompagnare a casa, ma, in compenso, hanno atteso un’ora prima di rimettersi alla guida adottando le misure di cautela più opportune. E’ questo l’esito della campagna di sensibilizzazione contro l’abuso di alcol ‘Notti Sicure’ promossa nel centro storico di Pescara, il cuore della movida invernale, tra dicembre 2011 e gennaio 2012 dall’amministrazione comunale con Aci e l’associazione Modavi e alla quale hanno aderito 451 ragazzi. “Una campagna che ha prodotto i suoi risultati soprattutto in termini di formazione e informazione e che in estate sicuramente ripeteremo, spostandoci questa volta sulla riviera nord, che nella bella stagione si riempie di giovani”, ha detto oggi nel suo resoconto finale il Coordinatore delle Politiche Giovanili Vincenzo D’Incecco, alla presenza del consigliere del Coordinamento Andrea Salvati, dell’avvocato Sartorelli, Presidente Aci, e di Maristella Diodati, responsabile Modavi.
“Pescara ha voluto sperimentare un progetto-pilota che punta a informare i ragazzi su tutte le possibili conseguenze legate alla guida in stato di ebbrezza alcolica, dal punto di vista legislativo, codice della strada, ma anche sicurezza personale – ha ricordato il Coordinatore D’Incecco -: nel corso dei 10 appuntamenti, conclusisi lo scorso 21 gennaio, abbiamo effettuato l’alcoltest su 451 ragazzi che frequentavano il centro storico, fra cui 346 uomini e 105 donne, queste ultime sempre più reticenti a sottoporsi alla prova. E di ciascun ragazzo abbiamo verificato il titolo di studio, l’eventuale occupazione, e le abitudini di vita, ossia se sono soliti bere ogni volta che escono e anche in quali quantità”.
L’orgoglio batte il buon senso: ad emergere è la reazione che i giovani hanno quando si trovano in un ‘gruppo’, e per non sfigurare di fronte ai compagni chiunque risultasse positivo al testo rifiutata l’offerta dei volontari Modavi di farsi riaccompagnare a casa evitando di mettersi alla guida. “Ovviamente non li abbiamo lasciati abbandonati”, spiega D’Incecco, “ma li abbiamo monitorati, consigliando loro di attendere almeno un’ora prima di mettersi al volante, mangiando panini e bevendo acqua per agevolare l’assorbimento dell’alcol e quindi risottoponendoli al test prima di consentire loro di riprendere la guida. Tuttavia è evidente che dovremo migliorare l’informazione in tal senso, per indurre invece i ragazzi ad avvalersi dello strumento del passaggio a casa quando disponibile”. Successo, invece, per quanto riguarda la diffusione delle informazioni sui rischi: “Molti hanno appreso per la prima volta alcune nozioni fondamentali, come il rischio per i neopatentati di ritiro immediato della patente di guida perché per loro il limite del tasso alcolico è pari a zero”, prosegue il giovane coordinatore, “. Ovviamente vogliamo continuare la campagna, ma in estate ci sposteremo sulla riviera nord ricca di locali che la sera si animano con centinaia di ragazzi”.
Ottima anche la qualità dei dati raccolti per creare uno screening sul panorama giovanile: “L’abuso di alcol è più diffuso tra ragazzi culturalmente formati, diplomati, laureati, che tra giovani con un qualche disagio sociale”, illustra la dottoressa Diodati, “e infatti il 42 per cento dei ragazzi che sono risultati con un tasso alcolico superiore a 0,5 grammi per litro erano laureati; il 38 per cento studenti. La maggior parte dei frequentatori del centro storico sono giovani con una solidità economica, ossia 221 lavoratori, 191 studenti, che possono contare sull’aiuto dei genitori, e solo 38 sono disoccupati: tra i lavoratori, il 40 per cento aveva superato il limite di alcol consentito. Dei 451 ragazzi controllati, 245 erano gli autisti che in maniera spontanea hanno sentito la necessità di sottoporsi all’alcoltest, anche più volte nel corso della serata; molti ragazzi hanno mostrato apprensione per gli effetti dell’alcol sulla condizione fisica”.
Daniele Galli