Pescara. L’arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, ha incontrato stamattina un centinaio di pescatori e operatori riuniti nei locali del mercato ittico. La preoccupazione della Chiesa cattolica per le sorti della marineria si esprime in un messaggio realistico: “Stiamo facendo di tutto per sbloccare la situazione, ma nessuno può fare miracoli”.
Si dice preoccupato monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo della diocesi di Pescara-Penne, per il dramma vissuto dagli uomini di mare. Di fronte alle frotte di marinai accorsi per la benedizione di rito e per ascoltare l’appello alla coesione e all’unità tra i banchi vuoti del mercato ittico, non nasconde i suoi timori per una situazione che “difficilmente si può sbloccare di qui a poco tempo”, ammette.
“Il vostro è un problema serio”, sottolinea l’arcivescovo, “che non riguarda una sola categoria, ma l’intera città di Pescara. Noi tutti ci stiamo adoperando per salvare il porto, anche facendo piccole pressioni politiche. Ma purtroppo nessuno ha la bacchetta magica e nessuno di noi è in grado di fare miracoli”. La richiesta è la stessa di inizio anno: cercare di rimanere uniti e non perdere la calma di fronte alle avversità. Assieme a Valentinetti, a dare man forte alle ragioni della marineria, al mercato ittico è accorso anche don Aldo, il parroco della chiesa di Sant’Andrea.
Pescatori e armatori si sono raccolti a centinaia, lì dove fino alla fine del 2011 si sono svolte le aste per la vendita del pesce fresco, ma oggi di fronte ad un’arena sgombra di merce e “scafette” da contrattare. In attesa delle decisioni delle autorità competenti riguardo alle analisi dei fanghi da smaltire, i marittimi hanno confermato la scelta sofferta di portare tutte le barche a Ortona già dalla prossima alba e trasferire in provincia di Chieti l’intera economia legata al mare. I 54 pescherecci leveranno le ancore dal porto di Pescara domani mattina alle 6, in modo da arrivare in processione a Ortona intorno alle 9 e fermarsi a circa tre miglia dalla linea di costa. “Quella di domani sarà una grande manifestazione”, dice il comandante della Capitaneria di Porto Luciano Pozzolano rivolgendosi ai rappresentanti della marineria, “la speranza è che inizi e termini nel migliore dei modi, senza uscire fuori dalle righe. Non voglio darvi false speranze, ma vi assicuro che le autorità competenti stanno facendo di tutto per accontentarvi e consentirvi di riprendere il lavoro nel più breve tempo possibile”. I portuali, stanchi delle continue promesse e rimpalli di responsabilità per i ritardi nel dragaggio, chiedono di riprendere a scavare nel porto insabbiato e ricevere al più presto gli ammortizzatori sociali per gli imbarcati e per le imprese mandate sul lastrico da un’emergenza che va avanti da mesi. “Abbiamo preso la decisione di spostarci a Ortona tutti insieme”, assicura l’armatore Mimmo Grosso, “non è più il caso di manifestazioni eclatanti. Vogliamo trasferire le barche e l’indotto a Chieti per riprendere a lavorare. Sappiamo che i tempi sono lunghi e ci vuole pazienza, ma chiediamo di mettere il porto in sicurezza e riprendere a scavare almeno nei punti critici”.
Anche la Confcommercio si schiera a fianco della marineria in ginocchio e annuncia, per la prossima settimana, una “manifestazione eclatante” con un corteo in partenza dalla Madonnina e diretto alla Prefettura. “Non ve ne andate da Pescara! Non lasciate le vostre famiglie! Non abbandonate le vostre tradizioni!”, è l’appello rivolto a pescatori e operatori. “La situazione”, dice la Confcommercio, “è ormai insostenibile e la nostra Associazione si stringe vicino alla marineria pescarese e a tutto l’indotto commerciale legato al blocco dei pescherecci, che a causa dello stato di fatto allarmante risentono in maniera drammatica dell’impossibilità di poter svolgere la propria attività, e che ha addirittura minacciato di spostare tutta la flotta a Ortona”. L’impossibilità di lavorare si traduce in una serie di problemi che comporta il mancato dragaggio: “Mancanza di pesce fresco per i ristoranti, drastici cali degli incassi per le pescherie, diminuzione dell’appeal turistico, calo di preziosa ricchezza per l’economia cittadina, rischio di esondazione in caso di piogge”.
“Chiediamo, anzi pretendiamo”, prosegue la Confcommercio, “che le forze politiche e le competenti sedi istituzionali si attivino in tutti i modi possibili per trovare una soluzione rapida, duratura e funzionale ad una questione che comincia ad assumere toni grotteschi”.
Intanto per la settimana prossima l’associazione annuncia una “eclatante manifestazione di protesta da concordarsi insieme alla stessa marineria, alla quale tutta la cittadinanza è invitata a partecipare”.
Daniele Galli