Pescara. Non si ferma la protesta della marineria. Nonostante l’intesa in sei punti raggiunta con il presidente della Regione Gianni Chiodi, gli operatori del porto hanno deciso di non abbassare la guardia fino a quando non riceveranno gli ammortizzatori sociali e si darà inizio al dragaggio. Una proposta per superare l’emergenza arriva da Stefano Casciano (Pd): “Utilizzare i fondi fas per la filovia”.
Sono sul piede di guerra i pescatori e gli armatori. Le promesse della classe politica sono accolte con scetticismo e si chiede di accelerare i tempi sul dragaggio e sull’erogazione della cassa integrazione per evitare il tracollo dell’intera categoria. Una “proposta concreta per salvare centinaia di famiglie dalla bancarotta” arriva per bocca del segretario cittadino del Partito democratico Stefano Casciano: “Bisogna dirottare sul porto i fondi Fas destinati al completamento della filovia e utilizzarli per la deviazione del porto canale e il suo prolungamento”.
La somma è pari a 16 milioni e 900 mila euro e, nelle intenzioni della giunta Chiodi, servirà a realizzare la seconda parte dell’infrastruttura ecologica che andrà a collegare Montesilvano con Pescara. “Sulla filovia”, ammonisce Casciano, “al momento non esiste nessuno studio di fattibilità o incarico per la progettazione preliminare del secondo lotto da parte della Regione e della Gtm”. Quanto al porto, invece, è inserito nella delibera di giunta regionale del 6 luglio scorso come “opera importante ma senza alcuna copertura finanziaria”.
Secondo Casciano, infatti, la deviazione del porto canale e il suo prolungamento sarebbero due operazioni che “risolverebbero per sempre il problema dragaggio, dato che i fanghi verrebbero naturalmente ricollocati direttamente in mare”. “La cosa che conta nell’immediato”, prosegue il segretario cittadino del Pd, “è aiutare i pescatori fermi da mesi a causa delle drammatiche condizioni dei fondali, ma parallelamente bisogna guardare al futuro. La crisi e l’instabilità sociale degli ultimi anni hanno messo in ginocchio molti settori economici. Possibile che a Pescara si decida di far morire un elemento vivo e vitale come il mare, capace di portare ricchezza non solo ai suoi lavoratori ma a tutto il territorio?”, si chiede Casciano, “un giorno la città chiederà il conto e chi ha responsabilità dovrà pagare per questo scandalo ingiustificabile senza precedenti”.
Daniele Galli