Pescara. Percepivano l’indennità come ciechi totali ma passeggiavano, prendevano l’autobus, davano indicazioni e si fermavano ad osservare i cantieri stradali come nulla fosse. La Guardia di Finanza ha denunciato 5 anziani residenti a Pescara e provincia per truffa aggravata ai danni dello Stato.
Può un cieco totale prendere da solo l’autobus, dopo aver dato uno sguardo al biglietto e aver fatto cenno all’autista di fermarsi, per poi scendere una volta avvistata la propria fermata, dove un manifesto ed alcune insegne attireranno la sua attenzione? Può un altro cieco andare agli uffici della Asl a ritirare, sempre autonomamente, un certificato, leggendo il foglio appena ricevuto per controllare che si tratti del documento desiderato? Può una non vedente, per giunta ambulante solo con l’ausilio delle stampelle, procedere sicura su e giù dai marciapiedi e scalare una scalinata senza la minima esitazione? Può un anziano, seppur impedito alla vista, resistere alla proverbiale osservazione dei cantieri stradali, indicando ai suoi compagni di supervisione quale sia il procedimento migliore o far vedere ad un passante quale sia l’area interessata dai lavori? Ovviamente no, si sono risposti gli uomini della Guardia di Finanza di Pescara, guidati dal colonnello Mauro Odorisio, che hanno denunciato 4 uomini e 1 donna residenti nel capoluogo adriatico e nella provincia, tutti sulla 70ina per truffa aggravata nei confronti dello Stato.
Truffa, poiché, i denunciati percepivano irregolarmente l’indennità di accompagnamento spettante a chi, realmente privo della vista, necessità di assistenza quotidiana per poter svolgere le normali azioni della vita. Un campo delicato, quello dell’invalidità civile, spiegato dettagliatamente oggi nella conferenza stampa a conclusione delle indagini da Odorisio e dai comandanti del Reparto di polizia tributaria e del Gruppo tutela economica, Roberto Di Mascio e Catello Esposito. Un cieco totale è definito dalla legge 138 del 2001 secondo i seguenti requisiti: mancanza della vista dai 2 occhi, mera percezione delle ombre o della luce o del movimento della mano e residuo perimetrico binoculare inferiore al 3%. Sono questi i sintomi simulati con l’inganno dai falsi ciechi al momento della visita presso l’8 commissione medica della Asl pescarese. Presentando certificazione medica relativa a patologie minori, come la maculopatia, ma comunque molto meno gravi della totale cecità, i ‘furbetti’ hanno sostenuto la delicata visita durante la quale, i membri della commissione, hanno solo l’esperienza medica dalla loro per poter accertare la reale invalidità. Ma secondo Di Mascio, l’aiuto di persone già esperte nella truffa ha consigliato loro come resistere ai trabocchetti dei medici, come quello di far cadere un foglio davanti all’esaminato ed accertarne il riflesso istintivo nel raccoglierlo. A discapito dei medici, purtroppo, l’assenza di strumentazione capace di accertare la completa mancanza della vista.
Così, dal 2005, i truffatori hanno preso a percepire irregolarmente l’indennità di accompagnamento, come previsto dalla legge 508 del 1988: un sussidio che, cumulabile con altri, può portare al percepimento di circa 600 euro al mese. I 5, con il passare degli anni, fino al 2010, hanno portato alle casse dello Stato un danno erariale di 240mila euro. E per tenere d’occhio le uscite statali la Guardia di Finanza pescarese, con l’ordinaria attività d’intelligence, è incappata nel 2009 in casi di falsi ciechi, prendendo ad esaminare i 207 invalidi pensionati per cecità registrati nella Asl della provincia. Da questi si è arrivati, ad una prima scrematura fino a 180 casi, filtrati per età, indennità percepita e modalità tenuta dalla commissione per esaminare l’invalido, giungendo alla verifica di 50 persone. Di questi, infine, il pedinamento ha riscontrato, come si vede nelle immagini abilmente registrate dagli infiltrati delle Fiamme Gialle, i 5 falsi ciechi totali.
Facile individuare il truffatore se questi, nonostante porti il tipico bastone bianco (solo appeso al braccio) si metta in fila per ritirare un certificato alla Asl, magari proprio uno di quelli utili alle pratiche per l’invalidità, o se sfidi il traffico di mezzi pesanti senza il minimo timore, o se ancora si metta la mano davanti agli occhi perché infastidito dal sole. Voltarsi a scrutare l’interno di una macchina di passaggio o ancora dare indicazioni sui lavori in corso nel cantiere alle sue spalle è stata, per gli agenti, certo una conferma dell’inganno, ma mai come quando i denunciati li hanno accolti in casa con totale scioltezza, riuscendo perfino a firmare nell’apposito spazio indicato l’atto di notifica della conclusione delle indagini dell’attività giudiziaria del Tribunale di Pescara, emesso dalla dottoressa Mirvana Di Serio. I 5, che dovranno restituire fino all’ultimo centesimo, rischiano fino a 5 anni di reclusione; per la revoca delle pensioni è previsto l’intervento immediato della Corte dei conti.
Daniele Galli