Nei giorni scorsi sui principali quotidiani italiani l’associazione imprenditoriale ha acquistato pagine pubblicitarie per denunciare i rischi che corre il terziario italiano con questa decisione: ora la protesta arriva sulle vetrine di molti negozi di Pescara.
“Proprio oggi sono stati pubblicati i dati del nostro centro studi regionale sulla gelata dei consumi che ha investito l’Abruzzo” spiegano il presidente provinciale di Confesercenti Bruno Santori e il direttore Gianni Taucci, “con contrazioni in ogni settore. I consumi si stanno restringendo e non verranno certo incentivati dall’apertura illimitata dei negozi, che rischia solo di spostare nuove quote di mercato dal commercio urbano ai grandi centri commerciali. Pescara è la città abruzzese che rischia di pagare il prezzo più alto: detenendo il record della più alta concentrazione d’Italia di grandi superfici commerciali, liberalizzare totalmente gli orari vorrebbe dire colpire deliberatamente le 4 mila 900 attività commerciali presenti nella città di Pescara. Per questo ci saremmo aspettati dalla politica locale” proseguono Santori e Taucci “una levata di scudi contro questa decisione nazionale. La Regione ha il potere di impugnare la norma e altre Regioni lo hanno fatto: dai consiglieri regionali eletti in questo territorio ci saremmo attesi che chiedessero almeno alla Regione Abruzzo di seguire le altre giunte regionali, ma non è successo. Bisogna capire tuttavia che solo in Italia si continua a foraggiare la grande distribuzione e che in Abruzzo c’è una concentrazione così elevata da imporre alla politica di cambiare radicalmente atteggiamento. E noi continueremo la nostra battaglia in ogni sede”.