Pescara. “Dal 15 gennaio all’8 febbraio 2017 buona parte dei liquami di Pescara sono stati sversati direttamente nel fiume, ovvero nel mare, senza passare attraverso il depuratore, con l’apertura dei bypass, dopo poche gocce di pioggia, per non rischiare il blocco del depuratore stesso”. Lo affermano Berardino Fiorilli e Armando Foschi dell’associazione ‘Pescara – Mi Piace’, annunciando di aver protocollato “il quarto esposto sulla problematica, segnalando gli episodi di gennaio, in modo che un organo terzo possa valutare la vicenda, approfondire le carte, valutare quali azioni siano state o meno attuate per contenere gli sversamenti in maniera tempestiva e se sia o meno legittima la scelta del sindaco Alessandrini di non informare la popolazione su quanto stava accadendo”. Solo a gennaio gli sversamenti sono pari a 685 ore.
“Nel solo mese di gennaio – ricostruiscono – sappiamo che ben 470.952 metri cubi di liquami sono stati buttati in acqua senza depurazione, ma con una semplice ‘disinfezione’ con acido peracetico, e non ancora disponiamo dei dati di febbraio. È il quadro drammatico emerso dalle carte che la Entei Spa, la ditta subentrata al Gruppo Di Vincenzo nella gestione dell’impianto di via Raiale dal primo gennaio 2017, e l’Aca hanno inviato a Regione Abruzzo, all’Arta di Chieti e Pescara e al sindaco Alessandrini, nessuno dei quali ha mosso un dito per contenere o monitorare l’eventuale fenomeno di inquinamento”.
Oltre all’esposto, “risponderemo all’inerzia vergognosa delle Istituzioni convocando gli ‘Stati Generali del Turismo’, ovvero le forze produttive del territorio per concordare un’azione unanime e decisa a difesa di una città che non può sopravvivere alla prospettiva di una terza stagione estiva consecutiva con i divieti di balneazione”, concludono.