Farindola. “E’ stata un’enorme ‘colata di detriti’ a travolgere l’hotel Rigopiano. E’ un fenomeno raro”: così gli esperti definiscono la slavina che ha travolto e spostato di 20 metri il resort sul Gran Sasso, spostandolo di 20 metri più a valle. Il fronte della valanga si è esteso per 300 metri.
“Un fenomeno raro che ha acquisito forza e velocità notevoli sotto la pressione della neve abbondante, dalla debolezza del terreno. Il terremoto lo ha innescato, come una miccia”. E’ la ricostruzione del geologo Gian Gabriele Ori, dell’università Gabriele d’Annunzio di Chieti.
La forza della colata di detriti è stata tale da travolgere anche il bosco che si trovava dietro l’hotel. “Di solito – ha osservato l’esperto – i boschi resistono a slavine e valanghe”, ma quello che ha travolto l’hotel è stato qualcosa di molto più violento. Sotto la pressione di almeno tre metri di neve, accumulata nei giorni scorsi anche a causa del vento, il terreno indebolito dalle piogge ha ceduto e ha cominciato a scivolare portando con sé rocce e detriti. “Il terremoto – ha osservato Ori – è stata la miccia che ha innescato il fenomeno”, anche se al momento non ci sono elementi per stabilire quale delle forti scosse avvenute in mattina abbia provocato il disastro. “Probabilmente tutto è iniziato come una slavina”, ossia con il distacco di una massa di neve, che cadendo ha raccolto rocce e alberi, cominciando a scorrere su una superficie debole. Ad aumentare progressivamente la velocità ha contribuito la neve, che ha agito come un lubrificante. “In questo modo – ha spiegato ancora Ori – la slavina si è caricata di roccia, trasformandosi in un enorme flusso di detriti che, a grande velocità, ha travolto il bosco e poi l’albergo con una potenza distruttiva”.
Lì sotto è attualmente dispersa una trentina di persone, bambini compresi, forse 35 secondo l’assessore alla Protezione Civile della Regione Abruzzo. Continuano disperatamente, dunque, le ricerche, dopo il recupero di 3 vittime. “Ci sono tonnellate di neve, alberi sradicati e detriti – hanno riferito i vigili del fuoco giunti sul posto – che hanno sommerso l’area dove si trovava l’albergo”. “Ci sono materassi trascinati a centinaia di metri da quella che era la struttura”, ha riferito Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco. Secondo le prime ricostruzioni gli ospiti dell’albergo ieri a fine mattinata avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena fosse arrivato lo spazzaneve, che attendevano per le 15.00, ma l’arrivo è stato posticipato alle 19.00 e a quel punto e’ piombata la slavina.
L’allarme era stato dato subito dopo via Whatsapp da uno dei superstiti, Giampiero Parete: “Albergo sommerso dalla neve”, ha scritto al suo datore di lavoro. Per raggiungere il resort a quattro stelle di Farindola, in provincia di Pescara, a quota 1.200 metri, il Soccorso Alpino della Finanza, il primo ad arrivare alle quattro del mattino, ha dovuto usare gli sci e le pelli di foca. Impossibile invece procedere, fino alla tarda mattinata, per i mezzi che si sono trovati la strada sbarrata da altre valanghe e alberi caduti.
L’Hotel Rigopiano è stato completamente sommerso dalla neve e dagli alberi trascinati dalla valanga. La massa di neve e detriti ha investito in pieno la struttura da monte, lasciando scoperta soltanto una piccola parte verso valle, da dove sono entrati i soccorritori. In quell’area si è trovato per miracolo Parete, recuperato in stato di ipotermia alle 4 del mattino. “Sono salvo perché ero andato a prendere una cosa in automobile“, ha riferito ai medici dell’ospedale di Pescara, dove p ricoverato in rianimazione, fuori pericolo di vita. “E’ arrivata la valanga – ha detto ancora ai sanitari il 38enne, ricoverato in Rianimazione – sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito a uscire. L’auto non è stata sepolta e quindi ho atteso lì l’arrivo dei soccorsi”. Dentro, però, ha lasciato la moglie e due figli, di 6 e 8 anni.