Hotel Rigopiano: “I soccorsi non hanno creduto all’allarme”

Farindola. Nella tragedia dell’Hotel Rigopiano c’è anche la denuncia per il ritardo nell’avvio dei soccorsi: a lanciarla è Quintino Marcella, il primo ad essere stato avvisato dal superstite direttamente dal luogo della valanga.

Quintino Marcella è il proprietario del ristorante in cui lavora Giampiero Parete, il cuoco 38enne di Montesilvano scampato per miracolo alla slavina di ieri: si era allontanato dall’hotel per prendere qualcosa in automobile quando l’enorme massa di neve è caduta, rimanendo in una zona più riparata, dove è riuscito ad attendere i soccorsi che lo hanno recuperato, in ipotermia, stamattina all’alba.

Dall’auto ha lanciato l’allarme a Marcella, ristoratore per cui lavora da 30 anni, che ha subito contatto i numeri d’emergenza ma, a suo dire, la macchina dei soccorsi si sarebbe mossa con ore di ritardo perché non è stato creduto.

“Ho chiamato la Polizia che mi ha passato una coordinatrice della Prefettura”, ha riferito stamane dall’ospedale dove assiste Parete, ricoverato in Rianimazione, “la quale mi ha detto ‘abbiamo parlato due ore fa col direttore dell’albergo e lì non c’è nulla’. Io ho insistito affinché mandassero i soccorsi”, prosegue l’uomo, “ma mi è stato detto che non era successo nulla. Ho provato a chiamare anche gli altri e forse questo ha ostacolato il ritardo nei soccorsi. Ho chiamato tutti, 113, 112, 118, 117, 115, oltre a messaggi ad amici e in paese”, conclude riferendosi a Farindola, il Comune ai piedi di Rigopiano, dove abita.

“A Giampiero dicevo che stavamo arrivando, non pensavo ci fossero tutte queste difficoltà”, ha aggiunto, invece non poteva sapere che ci sarebbero volute ore e ore.

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