Una visita di ben poco piacere per l’archistar, in città per il processo che lo vede citato il prossimo 20 gennaio, quando il tribunale pescarese si pronuncerà sul danno economico e d’immagine provocato alla città dalla rottura dell’opera d’arte, con Ito e la Clax di Pomezia, ditta esecutrice, a rimpallarsi le responsabilità.
Il gran paradosso è che la stessa città che lo cita lo accoglie in pompa magna: in Comune infatti è stata organizzata per lui una cerimonia d’accoglienza ufficiale, dove gli sono stati tributati onori e nuove proposte: “Il dolore accusato dalla sua opera d’arte è un dolore accusato dall’intera città di Pescara. Io stesso ne ho portato le cicatrici che poi si sono trasformate in segni di vittoria”, ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso.
“Anche per questo, sarei felice se un’altra opera d’arte del maestro giapponese Toyo Ito riguardasse l’Abruzzo”, ha aggiungo il governatore.
La giornata pescarese di Ito si è conclusa con la calorosa accoglienza degli studenti del Dipartimento di Architettura dell’università d’Annunzio, dove ha firmato autografi e concesso selfie, come una vera star. Tutto dopo due riunioni per trovare una soluzione alla vicenda che verrà discussa in Tribunale, alle quali l’architetto ha partecipato insieme all’interprete e storico collaboratore Ryu Mitaray e all’avvocato Maria Alessandrini: la prima con l’Amministrazione e D’Alfonso, la seconda anche con la Clax. Fra le riunioni anche dei sopralluoghi che l’architetto ha voluto fare in città: a Piazza della Rinascita, piazza Muzii, all’Aurum e, infine, all’Università d’Annunzio.
“Abbiamo voluto questo incontro per cercare di risolvere positivamente un contenzioso che dura da dieci anni –ha detto a margine il sindaco Marco Alessandrini – Così abbiamo radunato intorno ad un tavolo con Toyo Ito, tutti i soggetti interessati ad una soluzione, per non far perdere alla città la possibilità di ospitare un’opera di un architetto della fama mondiale e del calibro di Toyo Ito e anche per disegnare nuove sorti all’opera collassata. Con l’incontro di oggi cerchiamo di sanare una ferita, di promuovere accordi transattivi per evitare lo scontro a vantaggio della città.
“Chiudiamo la giornata”, ha concluso il sindaco con la disponibilità del Maestro non solo a pensare un’altra opera per Pescara e per l’Abruzzo, ma anche a considerare il futuro dell’opera originaria, per capire se può essere recuperata o utilizzata antrove, così com’è oggi. Il punto è capire, alla luce dei discorsi messi in campo oggi, il suo punto di vista sulla possibilità di costruire nuovamente un’opera come quella, alla luce anche del fatto che sono passati dieci anni e materiali e tecniche si sono evoluti. Da un lato è legittima la preoccupazione che non si ripeta un collasso, dall’altro, ci sono la disponibilità e le rassicurazioni della Clax Italia in tal senso. Considerazioni che verranno a conclusione dopo un ulteriore sopralluogo, quello che si terrà domani a Pomezia da parte di Toyo Ito, per rendersi conto delle condizioni in cui è oggi il Calice e decidere di conseguenza”.