“Le irregolarità più frequenti per la Tarsu” spiega “sono l’omessa presentazione della denuncia di inizio occupazione, e a tal proposito è bene ricordare agli utenti che la Tarsu non arriva a domicilio solo per aver presentato la residenza, come pensano tanti cittadini, ma per poter cominciare a pagare la Tarsu occorre presentare una regolare denuncia di inizio occupazione, ossia l’iscrizione al ruolo, definendo qual è l’unità immobiliare per la quale si paga l’imposta e a quale titolo. Altra irregolarità è l’aver denunciato una superficie minore rispetto a quella realmente occupata, anche su garage e sottotetti che hanno un’altezza superiore a 1,50 metri, purchè siano agibili. Per l’Ici, invece, l’irregolarità più frequente è la scissione del nucleo familiare, per la quale molti pensano di non dover pagare l’Ici sulla seconda casa in cui è stata posta la residenza di uno dei due coniugi, o l’imposta da single, ovvero: quando un contribuente abita solo, usufruisce della riduzione di un terzo della Tarsu, la ‘riduzione single’, ma quando quell’utente si sposa o cambia in qualunque modo il suo stato residenziale con l’arrivo di altri utenti, deve darne comunicazione all’ufficio perdendo il beneficio. La legge 473 del ’97 prevede per la varie omissioni tributarie, ossia in caso di mancata presentazione della denuncia, o di violazioni formali o ancora di denuncia infedele, un minimo e un massimo di sanzione: ad esempio, per la omessa denuncia Tarsu è prevista una sanzione da un minimo del 100 per cento sino a un massimo del 200 per cento; per la violazione formale o la denuncia infedele, ossia nel caso della dichiarazione di un imponibile più basso del dovuto, si va da un minimo del 50 per cento a un massimo del 100 per cento. La nostra amministrazione comunale ha deciso di intervenire e disciplinare la materia fissando in modo definitivo la sanzione progressiva: la denuncia della Tarsu, ad esempio, deve avvenire entro il 20 gennaio di ogni anno e il nostro governo cittadino ha fissato una serie di misure che consentono ai contribuenti morosi di usufruire di alcuni benefit come la dilazione di pagamento, o il ravvedimento operoso, con la conseguente riduzione delle sanzioni. Se il contribuente comunque non presenta denuncia, scegliendo di non avvalersi di alcuno dei benefit previsti, a partire da oggi scatta la sanzione del 100 per cento per il primo anno e l’eventuale secondo anno di morosità; se continua a non pagare per il terzo e quarto anno è prevista la sanzione pari al 150 per cento dell’imponibile, con decorrenza dal primo anno; se ancora non effettua il versamento, al quinto anno la sanzione diventa pari al 200 per cento dell’imponibile, ossia il massimo previsto dalla legge e sempre con decorrenza dal primo anno. In caso di infedele denuncia o dichiarazione la prescrizione è quinquennale e la sanzione va da un minimo del 50 per cento a un massimo del 100 per cento: fino al secondo anno di violazione verrà applicata la sanzione pari al 50 per cento dell’imponibile; per il terzo e quarto anno la sanzione sarà pari al 75 per cento; dal quinto anno scatterà la sanzione massima del 100 per cento. La nuova disciplina è entrata in vigore oggi, quindi con una proroga di 15 giorni. Il nostro obiettivo è quello di colpire i recidivi istituendo un provvedimento più equo che determini anche un incremento delle entrate tributarie, senza la necessità di aumentare le tasse. Attualmente sono circa 7mila i contribuenti che, secondo le nostre verifiche, risultano in una posizione anomala, 4mila contribuenti per la Tarsu, 3mila per l’Ici”.