Montesilvano, tangenti in Comune. Imprenditore Chiulli ammette di aver pagato

tribunale_pescaraPescara. L’imprenditore Bruno Chiulli, titolare della Green Service, chiamato a testimoniare, a Pescara, al processo all’ex sindaco di Montesilvano, Enzo Canatagallo, riguardante presunte tangenti negli appalti pubblici, fa delle chiare ammissioni. Per quattro ore Chiulli, che come imputato è uscito dalla vicenda patteggiando davanti al gup la pena di nove mesi, ha raccontato ai giudici di aver pagato, dal 2001 al 2006, mazzette a Cantagallo in cambio di lavori nel settore del verde e per evitare ripercussioni nei pagamenti.

Nel 2002 Chiulli ha sostenuto di aver dato a Cantagallo, all’epoca assessore ai lavori pubblici, oltre 60 mila euro in contanti. L’imprenditore ha riferito ai giudici che in genere pagava in contanti prelevando i soldi un po’ alla volta dal suo conto corrente e da quello della società. Chiulli ha detto anche di aver pagato l’ex sindaco con assegni e che, dopo aver subito una perquisizione della finanza, ha giustificato la loro emissione con l’acquisto di un pianoforte appartenente a Cantagallo. Il titolare della Green Service ha detto di aver dato soldi anche all’ex assessore Guglielmo Di Febo e generi alimentari e schede telefoniche per un’associazione dell’ex assessore Paolo Di Blasio. Chiulli ha riferito di aver dato a Di Febo fino al 2004 la somma di 15 mila euro “pretendeva i soldi – ha detto l’imprenditore – mi chiamava in continuazione e a volte si presentava in ufficio. Nel 2006 – ha proseguito – Di Febo mi ha chiesto altro denaro perché doveva sposarsi la figlia ma io mi sono rifiutato”.

 

 

 

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