Montesilvano, condannata per lo scarico di rifiuti pericolosi: “Chiesto il permesso per 8 nuove sostanze”

Montesilvano. Condannato già dal tribunale per lo smaltimenti illegale rifiuti pericolosi, viene rinnovato il permesso allo stabilimento di Contrada Foreste.

È un residente di Contrada Foreste di Montesilvano a richiamare l’attenzione sul rinnovo del permesso ad operare chiesto alla Regione Arbuzzo da un’azienda della zona, specializzata nello stoccaggio di rifiuti speciali e tossico-nocivi: batterie al piombo, olii esausti e rottami metallici.

La stessa azienda che a settembre 2012 è stata condannata dal tribunale di Pescara per “aver scaricato sul terreno, senza autorizzazione, le acque reflue industriali delle attività della sopracitata azienda contenenti sostanze pericolose con superamento dei parametri di boro e COD; aver diffuso esalazioni gassose provenienti dalle acque di lavaggio degli impianti atte a molestare e arrecare nocumento alle persone dimoranti nelle vicinanze” oltre che per aver realizzato “una parete di recinzione in zona sottoposta a vincolo idrogeologico in assenza di autorizzazione”, versato “in luoghi di pubblico transito e nelle proprietà private limitrofe acque contenenti residui di idrocarburi atte ad arrecare nocumento a persone dimoranti nelle vicinanze”, effettuato “attività di gestione di rifiuti speciali su aree non autorizzate”, e “aver mantenuto uno scarico di acque reflue industriali in assenza di autorizzazioni”, contravvenendo anche alle relative ordinanze del Comune.

La suddetta azienda, secondo quanto riferisce il residente che ha inoltrato la segnalazione, “ha richiesto in data a dicembre 2015 autorizzazione al comitato Via della Regione Abruzzo per la prosecuzione di attività di stoccaggio di rifiuti pericolosi e non pericolosi (in scadenza nel gennaio 2017) chiedendo altresì di poter trattare ben altre 8 nuove tipologie di rifiuti speciali pericolosi”.

“L’autorizzazione in possesso dell’azienda per lo svolgimento dell’attività afferma che deve essere evitato ogni danno o pericolo per la salute, l’incolumità ,il benessere dei singoli e della comunità e che deve essere garantito ogni rischio di inquinamento dell’aria, del suolo e del sottosuolo, nonché ogni inconveniente derivante da rumori o odori,  impedire la fuoriuscita di esalazioni moleste, che le acque di lavaggio devono essere smaltite secondo la normativa vigente, che deve evitare pericoli sotto il profilo igienico-sanitario per l’incolumità della popolazione e l’integrità dell’ambiente naturale, e infine prevede che il provvedimento è soggetto a revoca o a modifica qualora risulti accertata pericolosità o dannosità dell’attività esercitata”, prosegue il segnalatore.

“Alcuni di questi reati continuano ad essere svolti a tutt’oggi  in modo palese, con diffusioni di esalazioni gassose moleste e presenza di una parete di recinzione non autorizzata in zona a vincolo idrogeologico”, segnala ancora il residente di Contrada Foreste, “tutto, in pieno centro abitato, a poche decine di metri da centinaia di abitazioni, da un centro sportivo e nelle immediate vicinanze di una scuola”.

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