Pescara, neonati morti per Serratia: Chiodi difende la Asl

damariochiodiPescara. Niente di nuovo sul caso delle morti dei neonati prematuri, causate da un’infezione batterica diffusasi nel reparto di neonatologia dell’ospedale Spirito Santo subito dopo Pasqua. La conferenza stampa tenuta questa mattina dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, insieme ai vertici sanitari, ha rivelato l’esito della relazione richiesta nei giorni scorsi: solo conferme e dettagli tecnici.

“Un evento avverso, ovvero una imprevedibile ed improvvisa evenienza negativa che ha verosimilmente causato la morte di 2 neonati, estremamente prematuri e sottopeso”. Questo quanto emerge dai rapporti rimessi nelle mani del presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, successivamente ai decessi dei neonati avvenuti nel reparto di neonatologia di Pescara, reso noto nel corso di una conferenza stampa tenuta a Pescara, alla presenza del direttore generale della Asl di Pescara, Claudio D’Amario, del sub commissario alla Sanità, Giovanna Baraldi, e del commissario dell’Agenzia sanitaria regionale, Angelo Muraglia. Allo scoppio del caso, la scorsa settimana, Chiodi aveva richiesto un’immediata relazione su quanto accaduto nel nosocomio pescarese; e sulla base delle informative ricevute riferisce: “si è verificata un’ infezione sincrona da parte di un germe opportunista, la Serratio marcescens, in grado di causare danni solo a neonati ad alto rischio. Altri tre neonati sono stati coinvolti ma si è trattato di infezioni meno gravi e già curate o di semplice colonizzazione”.

Niente di nuovo rispetto a quanto già noto. Chiodi ha colto l’occasione per manifestare la propria partecipazione al dolore dei familiari dei due bimbi, mentre il direttore D’Amario ha insistito sulla “rapidità della diagnosi e della risposta igienista, grazie a diagnosi ultrarapide di infezioni batteriche su sangue neonatale, con tecnologie di amplificazione del Dna”. D’Amario ha anche spiegato che episodi di infezioni in ospedale “sono una costante” secondo quando testimoniano anche le statistiche europee che danno l’incidenza dei decessi per infezioni batteriche equivalenti a quelle per incidenti stradali. “Per questo”, ha detto, “il nostro compito è quello di esasperare i sistemi di controllo, magari anche creando zone filtro che impediscano ai batteri, con i quali noi quotidianamente conviviamo, di diventare patogeni allorché entrano in contatto con soggetti fortemente immunodepressi”.

Tra le epidemie mortali da Serratia che in passato hanno coinvolto gli ospedali di Ancona, Roma, Napoli, Modena, Cagliari, Pavia e Milano, quella occorsa all’ospedale di Pescara viene definita come il caso”meno grave ed il meno protratto, oltre che non essere mai stato isolato in precedenza” .

Sul piano del rispetto delle procedure e dei protocolli nella vicenda di Neonatologia, Chiodi ha sottolineato che sono tutt’ora in corso controlli “per accertare che tutti i comportamenti siano stati conformi”. I rapporti saranno inviati al Ministero della Salute, alla Commissione nazionale d’inchiesta sulla sanità, all’Osservatorio per le buone pratiche cliniche, mentre, come ha riferito infine il presidente Chiodi, “i carabinieri del Nas di Pescara, su disposizione della locale Autorità giudiziaria hanno avviato controlli sull’evento avverso, acquisendo documentazione sanitaria sui neonati ricoverati e verificando gli interventi posti in essere per fronteggiare l’infezione”. Un’inchiesta che avanza, per ora contro nessuno, l’ipotesi di reato di omicidio colposo. L’ultima speranza che rimane, oltre i tecnicismi e le statistiche, alle famiglie dei neonati scomparsi: che venga fatta giustizia su eventuali errori commessi nel reparto.

Daniele Galli


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