Pescara. Nel capoluogo adriatico è guerra all’ultimo bicchiere. Otto i pubblici esercizi della zona stadio di Pescara, sette tra bar e ristoranti e un supermercato, che nell’ultimo incontro casalingo della squadra, lo scorso sette marzo, si sono visti comminare dalla Polizia municipale una sanzione pari a 1.032 euro per la violazione dell’ordinanza sul divieto di vendita di bevande alcoliche in occasione dello svolgimento degli incontri di calcio.
Il Prefetto aveva così ribadito il divieto all’alcool nei locali mentre è in campo la squadra biancazzurra, Le attività però ora scendono in campo per fa sentire anche la propria voce. Gli iscritti all’associazione Terra Nostra, insieme alle attività facenti parte del quadrilatero interessato dall’ordinanza, si sono riuniti in un incontro da cui sono si scaturite consapevolezza del pericolo per l’ordine pubblico e ammissione di “giusto provvedimento” di chiusura per coloro che si sono resi responsabili della vendita di alcolici, ,ma altresì hanno evidenziato la consapevolezza che attenendosi al divieto di vendita e somministrazione il problema per l’ordine pubblico non farà altro che spostarsi nelle zone urbane non interessate dall’ordinanza, dove si potrà acquistare normalmente alcolici o fare aperitivi. Gli esercenti ricorrono così nuovamente al Prefetto e con una lettera a lui indirizzata, chiedono di estendere tale divieto a tutta la città. “Un sacrificio economico che le attività pescaresi ,quali caffetterie dove si servono aperitivi, ristoranti in cui si serve vino a tavola, comprenderanno e sopporteranno in nome della tutela dell’ordine pubblico,, -sottolineano-. Ovviamente l’amministrazione dovrà prendere in considerazione i mancati introiti delle attività e tenerne conto da un punto di vista di agevolazione tributaria”. Idee chiare e concrete, unico obiettivo per preservare il miglior risultato.
Monica Coletti