Pescara. Per quanti speravano che la cosa potesse presto vedere la luce, forse si è rivelato tutto solo un miraggio. Il tema non è poi così difficile da indovinare, da mesi e mesi il capoluogo adriatico si trascina dietro questo spettro senza riuscire però a sortire lo sperato risultato. L’unica certezza è che quest’atteso dragaggio continua ad essere intrappolato lì, dove intrappolati nelle acque sono anche i fanghi che di giorno in giorno non fanno altro che peggiorare la situazione.
Ma oggi l’ennesima speranza, dopo diffide e telegrammi: stamane infatti, il Responsabile unico del Procedimento per conto del Provveditorato alle Opere pubbliche, l’ingegner Luigi Minenza, è tornato a Pescara e all’improvviso sono arrivati anche i tecnici tornati dal Belgio che hanno rimesso in funzione il macchinario per il trattamento dei fanghi. Purtroppo è solo un punto di partenza: la macchina, come ha riferito verbalmente l’ingegner Minenza, inizierà concretamente a lavorare i fanghi già dragati solo lunedì prossimo, 4 aprile, e il dragaggio non riprenderà prima di due giorni, arrivando già al 6 aprile, ossia il tempo necessario per svuotare le vasche di accumulo già utilizzate. Lo hanno annunciato il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e il Presidente della Commissione consiliare Lavori pubblici Armando Foschi che quest’oggi ha effettuato un nuovo sopralluogo presso il porto canale dove ha avuto modo di parlare con lo stesso ingegner Minenza.
“Quella odierna è stata purtroppo una nuova giornata interlocutoria sulla vicenda del dragaggio del porto canale – hanno sottolineato il sindaco Albore Mascia e il Presidente Foschi -, ma che pure ha prodotto dei lievi risultati: la macchina è stata riaccesa”. I problemi più gravi li vive però la marineria, che ogni giorno in più che passa vive col fiato sospeso, è evidente che il rischio per i pescherecci che devono continuare a lavorare e a transitare nell’imboccatura del nostro porto è ormai troppo alto.
Monica Coletti