“Penne, l’antica capitale dei Vestini ricordata da Silio Italico con l’aggettivo la verdeggiante (Pinna virens), si sta trasformando lentamente in una cinerea e caotica periferia di città, senza alberi vetusti o viali alberati ben curati. All’abbattimento incontrollato e inopportuno di singoli pini, frassini, aceri, tigli e altre specie si aggiunge una continua esagerata ed eccessiva potatura dei viali come se il comune di Penne, all’improvviso, non vuole più gli alberi nella sua città. Negli ultimi anni sono stati eliminati, letteralmente, lo spettacolare viale di Pini d’Aleppo (via F. F. Falco) numerosi Olmi secolari nel quartiere del Carmine, “bucato” il monumentale viale di Cipressi del cimitero per lasciare posto alle mura di una villetta privata, abbattuto senza alcun motivo un intero filare di Frassini maggiori secolari lungo la statale 81 a ridosso dell’Ospedale, distrutto il fossato di maestosi Pioppi della storica Fonte Nuova e solo una settimana fa abbattuti alcuni non comuni aceri ricci per far posto a un parcheggio. Ogni anno, quasi, vengono potati in maniera drastica i rari filari di frassino, considerata una latifoglia “nobile” dai forestali. Persino il bellissimo viale di San Francesco, porta d’ingresso alla cittadina e al Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, si presenta con spettacolari tigli deturpati da capitozzature e da tagli senza alcun criterio tecnico.
Eppure il Comune ha nel suo territorio la Riserva Naturale Regionale Lago di Penne, con le sue numerose attività volte alla Conservazione della Natura. E’ stato capace, unico caso nella nostra regione, di salvare la grande quercia di Colleromano incaricando un professionista esperto di effettuare l’analisi di stabilità della pianta e alpinisti competenti di ancorare la pianta, mediante le tecniche del tree climbing , salvandola dal taglio! Eppure l’accanimento con cui vengono effettuate le ripuliture delle scarpate, la violenza delle potature contro questi esseri viventi, richiama alla mente venti di guerra, forme antiche d’inciviltà, degrado ambientale oltre che culturale. Purtroppo la cittadina di Penne non è la sola ad avere tali comportamenti, essendo una piaga di mala gestione del verde che colpisce tanti comuni d’Abruzzo come è recentemente successo a San Giovanni Teatino, Pescara, Alanno…
Credevamo che ormai fosse acclarato nella mente e nel cuore di ognuno quanto le piante svolgono un’azione unica: quella di creare l’ambiente in cui l’uomo vive, ovvero la terra. Contribuiscono alla bellezza di un luogo in maniera determinante, alla salubrità dell’aria in modo insostituibile, mitigano il clima, creano riserve idriche, riducono l’effetto serra, producono ossigeno, sono produttori primari nel ciclo energetico dell’ecosistema, riducono il dissesto idrogeologico e ancora molto di più contribuiscono alla storia umana di un luogo, come i monumenti antichi, le sorgenti, le opere d’arte, le tradizioni.
Ma nella cittadina di Penne si presentano e si approvano progetti ove nelle carte non vengono neppure censiti alberi di acero riccio (anche questa latifoglia nobile) piantati una trentina d’anni fa da una cittadina, che pensava con questa semplice e silenziosa azione di contribuire al benessere di tutti.
La città del mattone forse vuole essere la città dei parcheggi di cemento?
La città del verde vuole forse trasformarsi nella città delle sopraelevate di cemento?
Per intraducibili beghe politiche il Comune non ha approvato il Regolamento del Verde, datogli gratuitamente da tecnici abilitati.
Forse bisogna ancora ribadire che le piante mal potate divengono instabili alle intemperie, sono nuclei di accumulo per acari, batteri funghi, insetti richiamati dalla pianta stessa nel ciclo finale della sua disgregazione?!
Gli alberi mettono in comunicazioni i tre livelli del cosmo, quello del cielo, della terra e quello degli inferi, sotterraneo. Gli alberi da sempre rappresentano un chiaro segno di civiltà e progresso, per questo l’associazione CO.N.AL.PA.(Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio) propone corsi gratuiti ai tecnici e operatori comunali, per aggiornarli sulle pratiche forestali e di manutenzione del verde pubblico. Noi crediamo che i cittadini dell’antica Città di Penne, alla primavera della nuova Civiltà dell’Albero, diventino presto i veri custodi del loro territorio, vigilando sulle continue aggressioni, pubbliche e private, al patrimonio naturale che scompare ogni giorno sotto gli occhi di tutti”.
CO.N.AL.PA. (coordinamento nazionali alberi e paesaggio)
ITALIA NOSTRA Penne
WWF Abruzzo