Pescara. Troppo spesso si torna a parlare di morti bianche legate a casi di presunta malasanità. Dopo il caso del piccolo Paolo Alinovi, morto a luglio 2009 a soli 3 mesi dopo un intervento di stomia, è toccato ad Asia Di Pancrazio andarsene dopo un’operazione subita nell’ospedale pescarese a soli 52 giorni. Ancora senza risposte, i genitori si sono riuniti oggi in protesta davanti al nosocomio, insieme ad altri genitori con i quali condividono lo stesso dramma.
Il caso di Paolo Alinov i è passato alla ribalta nazionale. I genitori, Mario e Barbara Maragna hanno costituito un’associazione, che per l’ennesima volta si è raccolta stamattina in un sit-in di protesta davanti al Santo Spirito. E mentre i coniugi Alinovi aspettano la prima udienza del 26 maggio e il pronunciamento sugli undici medici indagati dalla Procura per la morte di Paolo, che si macchia dell’ombra della noncuranza e della malasanità, Palmarino di Pancrazio e Vincenzina Martella non hanno ricevuto neanche mezza risposta ufficiale sulle cause della morte della figlia Asia.
Palmarino e Vincenzina sono teramani, ma ad ottobre 2010, quando Asia stava per nascere con l’evidente prematurità di sole 26 settimane e 5 giorni si trasferiscono a Pescara, poiché l’ospedale di Teramo non è dotato di un reparto di neonatologia. Il 2 ottobre nasce Asia, meno di 700 grammi ma respirava autonomamente; il suo problema constava in uno scarso passaggio del latte materno attraverso l’intestino, cosicché l’equipe del primario di Chirurgia pediatrica, Pierluigi Lelli Chiesa (lo stesso coinvolto nel caso Alinovi) decide di operarla il 14 ottobre per rimuovere parte dell’apparato intestinale. “Dopo l’intervento”, racconta mamma Vincenzina, “Asia sembrava stare bene”. Talmente bene che i medici decidono di operarla nuovamente, “per aiutarla a mangiare di più, ora sta bene e può essere operata, ne gioverà la crescità”, riferisce la signora Martella. Il secondo intervento avviene il 18 novembre 2011 con esito apparentemente positivo, ma l’istinto materno non tradisce Vincenzina, che dopo 2 giorni comincia ad allarmare i medici: “io dicevo che Asia starnutiva, respirava male ed era pallida, loro mi rispondevano che andava tutto bene e che avevo le allucinazioni”. Quando il pomeriggio del 21 novembre i 2 genitori si recano in visita alla figlia trovano un capannello di medici attorno alla culla: “Ci dissero che si era diffusa una seps, una infezione generalizzata secondo loro dovuta ai problemi intestinali”, riporta Palmarino Di Pancrazio. Asia è nata nell’ospedale di Pescara e dall’ospedale di Pescara se n’è andata in soli 52 giorni, così come Paolo Alinovi e altri bimbi; non occorre dire “tanti”, per ovvi motivi.
Ad un genitore rimasto senza figlio, spesso rimane solo la rabbia e la voglia di prendersela con le cause. I coniugi Di Pancrazio non possono fare neanche questo, perché, finora, nessuno ha fornito loro alcuna risposta. Questa mattina, durante il sit-in, hanno detto che, ufficiosamente, i medici “subito dopo il decesso hanno parlato di organi non formati alla nascita e di conseguenze dovute all’estrema prematurità, ma in realtà non sapevano nemmeno loro la causa”. Inoltrato l’esposto alla Procura, il medico legale della famiglia ha rilevato nell’autopsia una polmonite da infezione batterica ospedaliera scaturita dalla seconda operazione subita da Asia. “Il dottor D’Incecco, primario del reparto di Neonatologia, ha recentemente dichiarato che la bimba era già nata con gravi problemi respiratori”, dice il padre, smentendo categoricamente. Tra 15 giorni circa ci sarà la deposizione del Ctu della Procura, l’unità che sta indagando sulla vicenda, e forse Vincenzina e Palmarino potranno avere le carte e le cartelle mediche sulle quali piangere ancora per Asia.
Mario Alinovi, il padre di Paolo e presidente dell’associazione a lui inititolata prosegue: “Continueremo a chiedere la sospensione dei medici coinvolti: se avessero provveduto in tal senso qualche mese fa, oggi non saremo qui a piangere anche per Asia. Se non verranno presi provvedimenti immediati, costituiremo un comitato civile e andremo a protestare direttamente alla Corte dell’Aia”. La stessa triste sorte di Paolo e Asia è toccata a Donato Granchelli, morto dopo 47 giorni di vita ad aprile 2007, come racconta la mamma Carmela Di Pietro: “Fu operato nel reparto di Chirurgia pediatrica per un enfi semema polmonare sottovalutato dai medici alla nascita. Dopo 5 ore di intervento è morto in Terapia intensiva per arresto cardiaco e desaturazioni varie”.
Daniele Galli