I carabinieri del Ros e quelli del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 persone appartenenti ad un’organizzazione dedita a usura e estorsioni aggravate dalle finalità mafiose.
Al centro delle indagini del Ros un gruppo emanazione delle cosche Cicero-Lanzino e Rango-Zingari, egemoni su Cosenza che, utilizzando i capitali della ‘ndrangheta, davano prestiti a tassi del 30% mensile.
Tra gli arrestati il calciatore professionista che ha giocato in serie A e B, Francesco Modesto, ex Pescara.
I soldi guadagnati da Francesco Modesto nella sua brillante carriera di calciatore sarebbero stati utilizzati dal suocero Luisiano Castiglia, detto “Mimmo”, per effettuare prestiti usurai.
Per i magistrati della Dda di Catanzaro l’ex calciatore di Cosenza, Palermo, Ascoli, Reggina, Genoa, Bologna, Parma, Pescara, Padova e Crotone sarebbe stato un finanziatore del gruppo criminale sgominato oggi con l’operazione “Laqueo”. Il suo ruolo all’interno dell’organizzazione, secondo quanto riferito da inquirenti ed investigatori, è stato indicato da un collaboratore di giustizia e anche da un imprenditore vittima di usura.
Il pentito Roberto Calabrese Violetta, contabile dell’associazione criminale, ha sostenuto di “essere certo del fatto che Francesco Modesto era consapevole che il denaro consegnato al suocero veniva impiegato in attività criminali e comunque usurarie”.
Nel capo di imputazione che ha portato all’arresto di Modesto è spiegato che il calciatore, a parziale estinzione del debito usurario contratto da un imprenditore cosentino, avrebbe usufruito di lavori edili gratuiti per realizzare la sua casa di Cosenza dove risiede.